William Basinski e Lawrence English presentano "Selva Oscura"
Dopo essere stati in contatto per anni, finalmente hanno prodotto il loro primo album collaborativo, “Selva Oscura”. William Basinski è uno dei protagonisti primi della musica sperimentale e della sound art degli ultimi trent’anni. Lawrence English è un musicista e artista australiano che modifica lo spazio per renderci consapevoli di cosa esiste ai confini della percezione. In apertura, giovedì 21 marzo al Bronson di Madonna dell'albero, c'è il musicista e fotografo ravenate Adriano Zanni che presenta per la prima volta dal vivo il nuovo album "Ricordo quasi tutto".
Per oltre un lustro, William Basinski e Lawrence English hanno avuto contatti regolari l'uno con l'altro. In quel periodo le loro strade si sono incrociate ripetutamente in varie città; Zagabria, Los Angeles, Hobart e altro ancora, in una varietà di situazioni. È stato da questi incontri casuali – e dalle stranamente familiari vite vissute in transito – che la loro prima collaborazione, “Selva Oscura”, è stata seminata. Ognuno dei pezzi dipanati su questo disco mappa una topografia acustica che si basa sul concetto di deriva in uno strano familiare. Le opere si soffermano in uno stato di dispiegamento sempre mutevole, ma fondamentalmente costante. Quando un suono svanisce, un altro si rivela al suo posto, creando un senso di rivelazione eterna. “Selva Oscura” è stato registrato a Brisbane e Los Angeles contemporaneamente. Le composizioni sono state create ciascuna attraverso un processo di iterazione e riarrangiamento che ha invertito le caratteristiche micro e macro dei materiali sonici grezzi. Dinamica e densità sono state cesellate con moderazione e altre volte con approcci intensamente riduttivi per creare un campo sonoro infinitamente profondo, ma aperto – tanto ricco quanto il luogo suggerito da cui è tratto il suo titolo.
William Basinski è uno dei protagonisti primi della musica sperimentale e della sound art degli ultimi trent'anni. Compositore dal background classico con base dapprima a New York e poi in California, ha inventato ed evoluto nel corso degli anni un linguaggio espressivo del tutto personale. Generati prevalentemente attraverso tecnologie analogiche obsolete e nastri magnetici, i suoi soundscape esplorano la natura temporale della vita e il mistero del tempo, modificandone la percezione attraverso l'ampio ricorso alla tecnica del loop. Una ripetizione perpetua di strutture sonore armoniche e suoni naturali, che si mescolano e si legano gli uni agli altri in un continuum inesauribile.
Un'arte portata alla sua massima espressione nella quadrilogia di “The Disintegration Loops” (2002-2003), in cui il naturale processo di decadimento dei nastri magnetici viene riconvertito in elemento espressivo, rivoluzionando in senso organico l'idea stessa di musica generativa. A questo processo, Basinski ha legato a posteriori un profondo significato allegorico, in cui “il disfacimento della New York dell'11 settembre, in una sequenza di nastri che si accartocciano e degradano, maestosi drones e ripetizioni incessanti” (OndaRock). Un lavoro seminale e destinato a influenzare un'intera generazione di compositori e sound artists, e che ha inaugurato per prima l'idea del loop come elemento espressivo autonomo.
Ingresso. 20 euro