Il ritorno degli "Zingari felici": al Teatro Socjale Claudio Lolli quartet
Perché ancora gli “Zingari Felici” per le piazze e i locali d’Italia? Non certo e non solo perché quel disco ha rappresentato il maggior successo della carriera di Lolli. Piuttosto perché questa musica e queste parole, nate più di trent’anni fa, non hanno perso niente della loro forza e della loro capacità di unire e di commuovere. Sì, i richiami ad alcune vicende storiche (la tragedia dell’Italicus, la fine della guerra del Vietnam) hanno perso lo smalto dell’attualità, ma hanno probabilmente conquistato il ruolo del ricordo necessario, quello che dà un senso ai percorsi e alla vita di molte persone, che aiuta molti di noi a trovare una motivazione a non gettare la spugna, a continuare a rincorrere un futuro migliore.
Ma soprattutto l’archetipo dello zingaro felice, inteso come soggetto che si sottrae consapevolmente ai dettami e all’apparente ineluttabilità di un modello sociale unico e globalizzato, che ha riacquistato attualità e ragion d’essere. Lo dimostrano e lo testimoniano fatti ed episodi che avvengono in vari luoghi della terra e in vari contesti, tutti legati dallo stesso filo rosso, che non staremo qui a citare e analizzare. Nella realtà dei fatti il recital degli Zingari Felici, con il recupero dei musicisti originali che composero e realizzarono quella suite insieme a Claudio Lolli (Danilo Tomasetta ai sassofoni e Roberto Soldati alla chitarra elettrica), è stato proposto per la prima volta a Radicondoli il 4 agosto 2012, all’interno del bel festival estivo che lì si svolge. Il successo di pubblico e la gioia dei musicisti di ritrovarsi su un palco hanno fatto prendere la decisione di riproporre lo spettacolo, come accaduto in varie piazze e teatri negli ultimi anni.
Il recital si svolge in due tempi. Nel primo viene proposta una selezione di brani estratti dal vasto repertorio di Claudio (tra cui “Viaggio”, “Donna di fiume”, “Analfabetizzazione”, “Adriatico”, “Folkstudio”, “Quello che mi resta”, I” musicisti di Ciampi”, “Da zero e dintorni”).
Nel secondo tempo viene riproposta quasi integralmente la celebre suite “Ho visto anche degli zingari felici”, con un respiro diverso, dilatando qualche momento musicale per dar spazio al racconto di Claudio. Lo spettacolo termina con gli immancabili bis, chiusi solitamente dalle note di “Io ti racconto” e “Borghesia”. Sul palco, oltre Claudio Lolli, Paolo Capodacqua (chitarra acustica), Roberto Soldati (chitarra elettrica), Danilo Tomasetta (sassofoni).