Si celebra il Sommo Poeta: a Ravenna la quinta edizione di Dante2021
Al via mercoledì la quinta edizione di Dante2021, il festival promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna con la direzione scientifica dell’Accademia della Crusca, che ha avviato un percorso che mira al settimo centenario della morte dell'Alighieri avvenuta proprio a Ravenna. Nell’anno che segna i 750 anni della nascita di Dante presenta un denso programma di incontri, mostre e spettacoli – tutti ad ingresso libero – che occuperà fino a domenicagli spazi danteschi della città.
Alle 17 negli Antichi Chiostri Francescani, a pochi passi dalla tomba del Poeta, l’inaugurazione ufficiale con i saluti di Lanfranco Gualtieri, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, di Claudio Marazzini, presidente dell’Accademia della Crusca e l'introduzione di Domenico De Martino, direttore artistico del Festival. A seguire il primo degli incontri/conversazioni che caratterizzano i pomeriggi della manifestazione: “Dante per me: i narratori rispondono”. Un incontro, che vuole essere anche una sottile provocazione, in cui Stefano Salis, giornalista dell’inserto “Domenica” de Il Sole 24 ore, interroga e stimola quattro importanti narratori di successo: Maurizio De Giovanni, Francesco Recami, Roberto Riccardi e Marco Vichi. Che cosa ha rappresentato Dante nella loro formazione e nella loro cultura? Ce ne sono tracce, evidenti o nascoste nei loro romanzi e racconti? Insomma, chi è Dante per loro?
Quattro autori molto diversi, due del centro Italia e due del Sud, scrittori di largo successo, noti soprattutto per i loro gialli e per quei protagonisti così diversi. Il commissario Ricciardi e l'ispettore Lojacono - che nel 2016 approderà anche sul grande schermo nella fiction che avrà come protagonista Alessandro Gassman - per de Giovanni; il pensionato Amedeo Consonni che ha consacrato il successo di Francesco Recami (finalista al Campiello con "Il superstizioso" nel 2008); l’ufficiale dei Carabinieri Rocco Liguori per lo scrittore/colonnello dell'Arma Roberto Riccardi (candidato al Premio Strega nel 2014 con Venga pure la fine, romanzo che tocca il conflitto avvenuto in Bosnia alla fine del ventesimo secolo) e infine la fortunata serie - pubblicata con successo anche in Inghilterra e negli Stati Uniti - dedicata al commissario Bordelli da Marco Vichi.
In ogni caso tutti e quattro sono anche scrittori tout court, appassionati della scrittura quasi prima che della tessitura narrativa. Nel loro bagaglio di narratori italiani può dunque mancare l’Alighieri? Nei loro romanzi troviamo varie spie: citazioni, riferimenti, allusioni, ma Dante non compare mai come personaggio. Sarà Stefano Salis a giocare in questo caso all'investigatore, sottoponendoli a un’intervista-interrogatorio: dovranno confessare – e lo faranno volentieri, si spera – che cosa l’autore della Commedia abbia rappresentato nella loro formazione e nella loro vita, in che misura e come sia entrato nelle loro opere narrative.
L’edizione 2015 cercherà poi di accompagnare gli “amatori” della poesia dantesca ai limiti della ricerca storica, linguistica, letteraria proiettando le nuove acquisizioni nel futuro. La scelta del motto di quest’anno - “Come piante novelle rinovellate di novella fronda” (Purgatorio XXXIII) - sottolinea proprio questo sforzo, così inerente alla scrittura e al progetto poetico e morale dantesco: storia e contemporaneità prendono luce dal futuro e collocano il lettore comune e lo studioso, in una prospettiva che progressivamente si rinnova.
Tra gli altri aspetti che quest’anno saranno in particolare sviluppati: il valore di Dante come “ambasciatore” della cultura e della lingua italiana all’estero (con testimonianze dirette da Marocco, Tunisia, Giordania e Giappone) e l’interazione tra discipline artistiche diverse, esemplare in questa chiave la collaborazione tra Mimmo Paladino e Alessandro Haber sotto il segno degli scritti danteschi di Jorge Luis Borges, in un lavoro che sarà presentato al Teatro Alighieri in prima assoluta.
La fine arte interpretativa di Virginio Gazzolo porterà poi in scena un testo poco noto, potenzialmente dantesco, “attribuibile” (secondo la dizione di Gianfranco Contini) a Dante: Il fiore: un altro e così diverso viaggio molto prima della Commedia. Se Massimo Cacciari e Carlo Ossola ci additeranno radici comuni e nuovi slanci che da Dante promanano, in un “drammatico”, cioè inarrestabile, dialogo che riguarda l’umanità in ognuno di noi; il confronto tra Ferruccio de Bortoli e il Presidente dell’ABI Antonio Patuelli, porterà invece il contributo di una intensa visione dell’oggi, colta da significativi e diversi punti di osservazione, sul tema “La comunicazione nella commedia: dalla denuncia della corruzione all’invettiva”.