Omaggio dell’Accademia di Belle Arti allo storico dell’arte Alberto Martini
L’Accademia di Belle Arti celebra lo storico dell’arte Alberto Martini a cinquant’anni dalla morte. Lo fa martedì, alle 11 nella sede della stessa Accademia (via delle Industrie 76) con una conferenza aperta a tutti e con l’inaugurazione di una mostra fotografica, che sarà visitabile fino al 28 maggio dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18. I due appuntamenti sono promossi con l’Archivio collezione Ghigi Pagnani e con l’Associazione generale di mutuo soccorso Bergamo. La conferenza prevede gli interventi di Federica Nurchis su “Alberto Martini (1931 – 1965): da Longhi ai Maestri del Colore” e di Filippo Trerè su “Alberto Martini storico e critico d’arte nella sua Ravenna”. Nato in provincia di Mantova, Martini si trasferì poi a Ravenna con la famiglia; dopo essersi laureato a Firenze nel 1954, rimase in città per alcuni anni e nel 1958 si trasferì a Milano. La mostra fotografica è curata dalla stessa Federica Nurchis e da Roberto Pagnani.
L’idea nasce dalla volontà di rendere nota una figura che ha rappresentato un punto cardine della storia dell’arte del Paese nel momento del “miracolo economico” italiano, in occasione dei cinquant’anni dalla scomparsa, a causa di un incidente d’auto, all’età di trentaquattro anni.
L’esposizione ripercorre, immagine per immagine, le tappe salienti della sua carriera storico artistica, dalla laurea con Roberto Longhi nel 1954, passando per radio, televisione, ma soprattutto editoria periodica di casa Fabbri, “I Maestri del Colore” in testa; si è avvertita la responsabilità di diffondere la conoscenza del suo impegno nel campo della divulgazione, sempre vissuta a livello scientifico, che fece uscire la storia dell’arte dai ristretti ranghi accademici, per allargarla al grande pubblico, cambiando la percezione della disciplina e incidendo sulle istanze culturali della nazione. La mostra tenta inoltre di documentare gli incontri e le amicizie che segnano il percorso biografico dello studioso, tramite l’ausilio prezioso delle fotografie conservate nell’archivio del protagonista.