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Faenza in difficoltà per l'alluvione, spostata la “Giornata del restauro”

Si svolgerà a luglio la terza edizione della “Giornata del restauro” al Mic di Faenza

Spostata dal 7 giugno al 7 luglio (ore 9-17) la terza edizione della giornata di studio, che il MIC di Faenza insieme all’IGIIC, Gruppo Italiano dell’International Institute for Conservation, organizza ogni due anni per approfondire problematiche diverse legate al restauro della ceramica e che porta a Faenza un centinaio di restauratori, studenti e professionisti del settore per confrontarsi e dibattere su buone pratiche e tecniche specifiche. "Purtroppo le drammatiche condizioni in città non ci consentono la realizzazione al meglio dell’evento", affermano dal Mic. Il tema della terza edizione è dedicato a “Il restauro del restauro dei manufatti ceramici, tra rimozione e conservazione”. L’attenzione è rivolto a tutte le problematiche relative a restauri di oggetti che hanno già avuto in passato un intervento. 

“Emerge già dal titolo il duplice approccio alla tematica del “restauro del restauro”. – spiega la conservatrice del MIC Faenza Valentina Mazzotti -  Da un lato la rimozione di un precedente intervento può avvenire per varie ragioni, dovute all’invecchiamento e alla perdita di efficacia e funzionalità dei materiali di restauro oppure alla loro incompatibilità con l’opera che può manifestarsi anche con danni a carico della ceramica. L’eliminazione dei materiali aggiunti nel corso di interventi pregressi, seppur necessaria, implica spesso difficoltà che aumentano in base alla coesione del materiale applicato al manufatto ceramico.”.

Durante la giornata viene valutato anche l’approccio conservativo delle stratificazioni pregresse, soprattutto in riferimento a restauri storicizzati che hanno comportato una reinterpretazione dell’opera (si pensi all’assemblaggio di frammenti pertinenti a vari manufatti ceramici) o l’integrazione di parti mancanti.

“Il mantenimento delle tracce di questi antichi interventi – continua Claudia Casali, direttrice del MIC Faenza - presuppone la valutazione critica dei segni del ‘passaggio dell’opera attraverso il tempo’ e delle inesorabili metamorfosi da esso generate. Si tratta inoltre di tracce materiali utili per la storia dei restauri che consentono di comprendere i processi di danneggiamento delle opere e le modalità con cui nel tempo vi si è posto rimedio”.

Gli interventi sono stati organizzati in tre macro aree: “Considerazioni e valutazioni sui restauri pregressi, “Problematiche di intervento, la progettazione dello smontaggio del restauro” unita ad “Approfondimento analitico dei materiali rimossi. Supporto della diagnostica nelle fasi del restauro” e infine “Integrazioni o interazioni. Materiali a confronto”.

Al convegno relazionano restauratori e professionisti operanti in Italia sul fronte della formazione e della conservazione del patrimonio artistico come l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, l’Accademia di Belle Arti di Napoli, la Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma, il Centro Interdipartimentale di Ricerca Studio e Conservazione dei Beni archeologici, architettonici e storico artistici – CIBA – Università degli Studi di Padova, accanto a musei di vario ambito (Museo Archeologico Nazionale e Museo Civico Gaetano Filangieri di Napoli, Museo Nazionale Romano di Roma, Musei di Strada Nuova di Genova, Museo d’Arte Orientale, Museo Diocesano di Padova). Spostato al 6 luglio (ore 16-18) il convegno è preceduto da un workshop di Hiro Kiyokawa sulla tecnica giapponese di restauro kintsugi della ceramica.

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