Faenza: inaugura il nuovo allestimento dell'androne di palazzo Mazzolani
Sabato 13 maggio alle ore 19 inaugura il nuovo allestimento dell'androne di palazzo Mazzolani con esposizione di reperti archeologici del territorio. Dal 14 maggio l'allestimento sarà liberamente visitabile negli orari di apertura dell'ISIA - Istituto Superiore Industrie Artistiche di Faenza (Info 0546 22293 - info@isiafaenza.it).
All'inaugurazione di sabato 13 maggio 2017 (ore 19) intervengono
Giovanni Malpezzi, sindaco di Faenza
Massimo Isola, assessore Cultura Comune di Faenza
Ennio Nonni, dirigente Unione Romagna Faentina
Giovanna Cassese, presidente ISIA
Marinella Paderni, direttore ISIA
Massimo Caroli, presidente ASP
Chiara Guarnieri, archeologa Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio
Seguirà un intermezzo musicale dal titolo "Trio Music", a cura del Gruppo Jazz della Scuola di Musica "G. Sarti"
Al termine, sarà offerto un piccolo buffet.
L'atrio di Palazzo Mazzolani -storico edificio del primo Settecento faentino- è stato oggetto di un importante intervento di riqualificazione che ha fatto sì che dal 13 maggio 2017 sia possibile ammirare al suo interno un'ordinata selezione di reperti archeologici rinvenuti a Faenza e nel suo territorio.
Si tratta per lo più di materiali riferibili all'edilizia pubblica di età romana, con ulteriori elementi provenienti da monumenti funerari e dalla Faenza cristiana.
Un cospicuo e variegato gruppo di resti architettonici proviene dagli scavi effettuati nel 1966 in piazza della Penna. Tra i materiali esposti, databili attorno al I sec. d.C., segnaliamo capitelli, basi e frammenti di fusti di colonne, un frammento di trabeazione, un rocchio di colonna e una base con iscrizione [--] D(?) •MIUNIAE•SECUNDINAE. Oltre a questi, lo scavo aveva restituito anche porzioni di intonaco colorato, resti di decorazioni architettoniche, sia in pietra che fittili, e pavimentazioni in mosaico di qualità tale da ipotizzarne l'appartenenza a un edificio pubblico.
Altri reperti esposti nell'atrio e riferibili all'edilizia pubblica sono un frammento di cornice di età imperiale appartiene a una trabeazione (rinvenuto a Faenza, in via Borsieri) e un frammento di iscrizione del I secolo d.C. pertinente al ponte sul fiume Lamone e rinvenuto nel suo letto. I ponti romani, di cui l’esempio più famoso in regione è quello di Tiberio a Rimini, presentavano una lunga iscrizione che identificava l’autorità che ne aveva voluto la costruzione. Nel caso del frammento di Faenza la brevità dell’iscrizione conservata -la scritta [-] • CO[S ] da leggersi come CO(n)S(ul), cioè console– non permette l’attribuzione a un personaggio certo; possiamo però datarlo con buona approssimazione all’età augustea perché è in questo periodo che Faenza viene dotata di edifici pubblici tra cui con ogni evidenza anche un ponte monumentale sul Lamone.
Di bell'impatto visivo anche una vasca in marmo con coppia di anelle che simulano due finte maniglie: l’impiego del marmo al posto del basalto, del porfido o del granito, come avveniva in età romana, pone alcuni dubbi sulla sua datazione all’età romana.
Tra i monumenti funerari sono esposti tre reperti. Un bel frammento di fregio (seconda metà I a.C. - prima metà I d.C.) decorato con triglifi e teste bovine, un cinerario cilindrico (I-II sec.d.C.) privo di copertura che conserva ancora all’interno il rivestimento in piombo e un leone funerario utilizzato come elemento decorativo, risalente agli inizi del I d.C. e proveniente dalla frazione di Errano.
Risale infine alla Faenza cristiana l'interessante porzione di mosaico con iscrizione del V secolo d.C. rinvenuta a Faenza in via Barilotti: l'iscrizione ricorda l'offerta di due fedeli per realizzare 120 piedi di pavimento in un edificio in culto.
L'intervento di riqualificazione dell'androne di Palazzo Mazzolani è stato possibile grazie alla fattiva collaborazione di Comune di Faenza e Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, in collaborazione con Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, Provincia di Ravenna, ASP - Azienda Servizi alla Persona della Romagna Faentina e ISIA -Istituto Superiore Industrie Artistiche di Faenza.
La Direzione Scientifica dell'allestimento è stata curata dall'archeologa Chiara Guarnieri mentre il restauro dei materiali è stato eseguito da Mauro Ricci ed Enrico Bertazzoli, restauratori dell'ex Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna, oggi Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara.