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Festival Transmissions: nuove frontiere sonore con Carla Bozulich e Ammar 808

Tante band e artisti in concerto tra Almagià e Bronson per l'undicesima edizione del festival. Sui palchi sonorità internazionali con tre continenti rappresentati

Arriva l’undicesima edizione di Transmissions, il festival di Associazione Culturale Bronson dedicato all’esplorazione delle nuove frontiere sonore da tutto il mondo, in programma a Ravenna da giovedì 22 a sabato 24 novembre.
15 gli artisti che comporranno la line-up di Transmissions XI, provenienti da 7 paesi del mondo. Di seguito il programma giornaliero del festival, che prenderà il via giovedì 22 novembre nel quartier generale di Bronson, il Bronson Club e l’adiacente Bronson Cafè di via Cella, per animare venerdì 23 e sabato 24 gli spazi delle Artificerie Almagià - suggestivo spazio di archeologia industriale della Darsena di Città, già deposito di zolfo e sede di una fabbrica di articoli pirotecnici.

Il programma

Giovedì 22 novembre – inizio ore 20 - Bronson Club e Bronson Cafè a Madonna dell'albero
CARLA BOZULICH (US)
MARTIN BISI PLAYS BC35 (US)
JESSICA MOSS (CA)
DUDS (UK)
DORELLA MONGARDI SHOOTING UNIT - Adventurous Percussion Duo (IT)

Venerdì 23 novembre – inizio ore 20 - Artificerie Almagià
DANIEL BLUMBERG WITH BILLY STEIGER (UK)
RICHARD YOUNGS (UK)
COMANECI (IT)
ERIC CHENAUX (CA/FR)
CINDY LEE (CA)
CARLA BOZULICH / JESSICA MOSS / FRANCESCO GUERRI - Special set (US/CA/IT)

Sabato 24 novembre – inizio ore 20 - Artificerie Almagià
AMMAR 808 (TN)
NICK ZINNER / FRANCESCO DONADELLO - Special project (US/IT)
JERUSALEM IN MY HEART (CA)
CIRCUIT DES YEUX (US)
TARKAMT (EG)

Follow the sound è il titolo scelto per questa undicesima edizione del festival, diretta da Chris Angiolini. Perché un suono racconta sempre una storia, e quello di Transmissions resta il risultato di un percorso lungo e coerente, in bilico costante nell'instancabile ricerca delle traiettorie più coraggiose della ricerca: la materia viva di un festival ostinatamente visionario, ma al contempo assolutamente concreto, che nasce e vive non a caso nella Ravenna dei mosaici bizantini e di Dante, da sempre approdo per viaggiatori e punto di partenza per nuove esplorazioni.

"Transmissions arricchisce l'offerta musicale della nostra città – afferma l'assessora alla Cultura del Comune, Elsa Signorino – all'insegna della sperimentazione regalando, edizione dopo edizione, uno sguardo approfondito sulla contemporaneità. Il tema scelto quest'anno, inoltre, mette al centro il tema del viaggio e della ricerca che ha portato il festival a essere riconosciuto e stimato nel settore e non solo. Un evento che impreziosisce l'autunno ravennate".

Transmissions XI ci condurrà in un viaggio attraverso tre diversi continenti (Europa, America, Africa), a partire dal Canada grazie al suono della label-collettivo Constellation Records (che per 20 anni ha raccontato il post rock accompagnandone le evoluzioni) rappresentato dall'inafferrabile Carla Bozulich, con il suo mix di art-punk, etica e creatività, da Jerusalem in My Heart, vero ponte sonoro tra la musica occidentale e quella araba, dalle composizioni in costante equilibrio tra forma e caos di Eric Chenaux e dagli elaborati intrecci di folk e dronescape firmati Jessica Moss già membro dell’ensemble di culto Thee Silver Mt. Zion Memorial Orchestra (side project dei Godspeed You! Black Emperor). Insieme a Carla Bozulich e al violoncellista italiano Francesco Guerri, Jessica Moss sarà inoltre protagonista di uno Special set venerdì 23 novembre all’Almagià.
Sempre dal Canada arriveranno le sonorità cinematiche di Cindy Lee, alter ego queer di Patrick Flegel (già frontman dei disciolti Women), mentre dal Nord America arriva il suono evocativo della producer dell’Indiana (ma di base a Chicago) Haley Fohr, il cui quinto album sotto lo pseudonimo Circuit des Yeux, Reaching for Indigo, è stato inserito dal Guardian tra i migliori dischi del 2017 e quello graffiante ed inconfondibile della New York underground a cui Martin Bisi (produttore tra gli altri di Sonic Youth, Swans, John Zorn e Africa Bambataa) ha saputo dare voce e carne con il suo progetto BC35 (edito lo scorso anno da Bronson Recordings).

Dal continente africano approderà invece a Ravenna l’elettronica primitiva e viscerale di Tarkamt, progetto solista del polistrumentista egiziano Cherif El-Masri (membro di The Invisible Hands insieme ad Alan Bishop e della live-band di Nadah El Shazly), che ha dato alla luce a febbraio di quest’anno il suo acclamato debutto solista Live at the Necropolis; e quella afro-futurista di Ammar 808, nuovissimo progetto del producer tunisino Sofyann Ben Youssef, che si contamina attraverso differenti tradizioni musicali antiche, quasi ancestrali (dal räi algerino alla cerimoniale gnawa, eredità degli schiavi neri).

Dall’Europa sarà invece la volta del songwriting grezzo ed emotivo del giovane Daniel Blumberg, fenomeno indiscusso della scena che ruota intorno al mitico Café Oto di Londra; di quello impro e minimalista del bibliotecario-eremita scozzese Richard Youngs, che ha stupito nuovamente la critica di tutto il mondo con il suo ultimo album Belief (interamente registrato a partire da sample ricavati da sibili di nastro, battiti di mani, radio, ventilatori), ma anche dell’esplosivo mix tra post-punk e garage dei DUDS da Manchester, prima band inglese entrata a far parte della prestigiosa scuderia Castle Face (la label californiana di proprietà di John Dwyer degli Oh Sees che produce tra gli altri Ty Segall e White Fence), delle improvvisazioni percussive di Dorella Mongardi Shooting Unit di Bruno Dorella (OvO, Bachi Da Pietra, Ronin) e Paolo Mongardi (Zeus!, Fuzz Orchestra, Fulkanelli), un progetto creato in esclusiva per Transmissions XI, e dell’eclettico blues-folk dei “padroni di casa” Comaneci, trio ravennate guidato dall’inconfondibile voce di Francesca Amati - uniche due presenze italiane del festival, a dimostrare la grande apertura internazionale che lo caratterizza fin dalle origini.

L’undicesima edizione di Trasmissions vedrà infine la presentazione di un progetto speciale, ideato ad hoc dal duo Nick Zinner (chitarrista dei newyorkesi Yeah Yeah Yeahs) e Francesco Donadello (sound engineer italiano residente a Berlino, tra i suoi ultimi clienti artisti del calibro di Johann Johannsson, Thom Yorke e Moderat), che darà vita a un inedito esperimento di improvvisazione costruito su sinth modulari, nastri e chitarre processate.

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