Il Teatro delle Albe al Cisim di Lido Adriano con un trittico di opere
Il Teatro delle Albe è ospite tra il 22 e il 26 marzo del Cisim di Lido Adriano con un trittico di opere composto da Farsi luogo, lettura pubblica di e con Marco Martinelli, la versione italo-tedesca di Rumore di acque, in collaborazione con la Bremer Shakespeare Company, e Il Volo, con Luigi Dadina, Tahar Lamri, Lanfranco “Moder” Vicari, Francesco Giampaoli e Diego Pasini. La sera di domenica 26, dopo lo spettacolo, verrà inoltre presentato il libro di Cristina Valenti Amore e Anarchia e si concluderà il trittico con un momento conviviale insieme al pubblico.
mercoledì 22 marzo – ore 21
Farsi luogo
di Marco Martinelli
Sul finire del 2015 è uscito per la imolese Cue Press Farsi luogo. Varco al teatro in 101 movimenti, piccolo libro – poco meno di cinquanta pagine – con cui il regista, drammaturgo e fondatore del Teatro delle Albe Marco Martinelli dà un’altra grande prova del suo talento di oratore civile.
Per Marco Martinelli il concetto di “farsi luogo”, che è un po’ la condizione in genere dell’artista – quella di essere fuori luogo e di cercare un luogo non solo fisico dove potere esprimere le proprie istanze – viene da lontano e torna a più riprese nell’illustrazione del suo lavoro (nel novembre del 2008, ad esempio, un breve testo proprio dal titolo Farsi luogo venne scritto in occasione della sua esperienza a Scampia come direttore artistico di “Punta Corsara”), inteso appunto come una fusione strettissima tra ambiente, arte e persone, un teatro insomma che trova il suo senso esclusivamente nella creazione di una comunità.
In questo libro però il concetto di “farsi luogo” si espande ulteriormente, diventando zeitgeist, ponendosi con buona evidenza come dichiarazione di poetica del teatro di Martinelli (e naturalmente di Ermanna Montanari e delle Albe tutte) e assumendo di conseguenza le caratteristiche di un testo di riferimento. Nei suoi “101 movimenti”, Martinelli, senza mezzi termini e spesso travalicando i toni dell’invettiva, dice chiaramente di certe spiacevoli situazioni attuali – «Apparire tutti i giorni sul giornale, in televisione, nello sciame della rete, questo richiede il mercato […] la trappola del teatro sociale» – pungola i giovani – «Ah quando c’era Pasolini! Nostalgia all’ingrosso: una diavoleria. Un alibi per starsene a poltrire. Ogni epoca è buona per rivoltarsi, credetemi» – torna su alcuni suoi concetti-base – «il teatro come luogo dell’eresia […] il teatro come antro della polis, nella polis: il luogo, e la comunità, e il coro, noi ce li dobbiamo letteralmente inventare […] il teatro come tradizione, ovvero come seduta spiritica: da Aristofane a Jarry, da Ruzante a Brecht» – non si risparmia una feroce tirata verso “il regista famoso”. Ma poi dedica tutta la seconda parte del libro anche a ricordare – sempre supportato da una buona dose di passaggi autobiografici – tutti gli elementi fondamentali del “farsi luogo”: dagli amati attori, naturalmente, al pubblico e ai critici, dai datori luci a tutti i tecnici, dai costumisti alle maschere, dagli attrezzisti agli organizzatori e così via. Una lettura che si incastona tra cuore e cervello e che restituisce una figura sempre più rara ai nostri giorni, quella di un maestro.
venerdì 24 marzo – ore 21
Rumore di acque/WasserGeräusch
incontro di lavoro
con Alessandro Renda, Michael Meyer, Marco Martinelli
traduzione del testo in tedesco Elsbeth Gut
testo e regia Marco Martinelli
produzione Teatro delle Albe/Ravenna Teatro in collaborazione con Bremer Shakesapeare Company
«Sarà un gioco a tre, una sorta di dimostrazione-spettacolo, in cui mettere lo spettatore all'interno di un cantiere di lavoro: un drammaturgo-regista, lo stesso testo nell'originale in italiano e tradotto in tedesco, due attori, due Generali. Io sarò in scena con loro, facendoli agire, creando e improvvisando insieme a loro. Un'edizione bilingue italiano-tedesco, un gioco-esperimento con la lingua di Kant e Goethe. L'opera come un prisma, che rifletterà anche di sfuggita le numerose versioni realizzate negli ultimi anni in giro per il mondo, nelle lingue più disparate, ma anche lo specchio di una relazione tra due teatri che hanno ormai quattro decenni di storia, le Albe e la Bremer Shakespeare Company».
Marco Martinelli
domenica 26 marzo – ore 20.30
Il Volo - La ballata dei picchettini
di Luigi Dadina, Laura Gambi e Tahar Lamri
con Tahar Lamri, Luigi Dadina, Francesco Giampaoli, Diego Pasini, Lanfranco “Moder” Vicari
La narrazione de Il Volo parte da Ravenna, investe due storie vere – di morti sul lavoro – avvenute a quarant’anni di distanza e si alterna alla musica dal vivo, articolandosi sui tempi ciclici e suggestivi della memoria, sollecitata da un fantasma che ritorna, quello di Domenico Mazzotti, morto sul lavoro nel marzo del 1947. Lui e la sua storia sono stati l’ispirazione primaria di questo lavoro. Una lapide posta sotto l’unica gru rimasta in piedi, alla vecchia darsena di Ravenna, lo ricorda. «Questa lapide – racconta Luigi Dadina – ha iniziato a parlarmi, a dirmi che era giunto il momento di occuparsi di lavoro, di fabbriche, di incidenti, che ero io la persona giusta per farlo. La struttura dello spettacolo è quella di una conferenza, certo una conferenza sui generis, con tutti, attori e musicisti, dietro a un lungo tavolo, ognuno coi propri strumenti, ognuno col suo vero nome, ognuno un po’ sopra le righe. Si tratta di uno spettacolo complesso, che non c’entra col “teatro civile”».
Quarant’anni dopo la morte di Mazzotti, nel 1987, un’altra tragedia investe Ravenna, quella della Mecnavi, in cui morirono tredici operai-picchettini, soffocati all’interno della nave Elisabetta Montanari. Tutte vittime del lavoro, storie vere che convergono in una forma teatrale. Picchettino è una parola che si trova su pochi vocabolari; secondo l’INAIL si tratta della qualifica professionale classificata con il numero 709. Così inizia il libro di Rudi Ghedini, dedicato alla tragedia della Mecnavi. L’Elisabetta Montanari era una nave cisterna di fabbricazione norvegese adibita al trasporto di gas GPL, che da alcuni giorni era stata tirata in secco in un bacino di carenaggio del porto di Ravenna. Gli eventi agghiaccianti di quell’imbarcazione si condensano nello spazio dei doppifondi della nave, dove i picchettini lavorano usando palette, spazzole e raschietti, stracci. Nel soprastante cantiere, un carpentiere usa la fiamma ossidrica. Per fare in fretta, nessuno di loro è stato informato delle operazioni che avvengono in contemporanea. Tra i morti un cassintegrato, tre giovani al primo giorno di lavoro, un uomo al suo ultimo giorno di lavoro.
In scena, dunque, ci sono due narratori, Tahar Lamri e Luigi Dadina, uno scrittore algerino che vive a Ravenna da molti anni e un attore romagnolo. Nella vita sono nati a un giorno di distanza (rispettivamente il 24 e il 25 dicembre del 1958) e ora tengono, assieme ai tre musicisti, una “conferenza sul marzo”, mese che nell’antica tradizione babilonese era considerato quello delle catastrofi. «Ricorrenze, segni – spiega Dadina – come il numero tredici, che furono anche i morti di un’altra tragedia, nel 1990, l’elicottero dell’Eni. I segni rimbalzano. In questo viaggio Tahar mi fa da guida-suggeritore, e se all’inizio siamo apparentemente un po’ distanti, alla fine del percorso diventiamo praticamente un’unica persona, col tempo le differenze scompaiono, finiamo per essere un’unica voce». Ma in scena ci sono anche Lanfranco “Moder” Vicari (1983) alla voce, Francesco Giampaoli (1970) a basso e percussioni e Diego Pasini (1985) al basso. Cinque artisti dunque, appartenenti a tre generazioni diverse, che fondendo i rispettivi linguaggi raccontano in questo spettacolo una storia reale di morti sul lavoro.
A seguire:
Cristina Valenti presenterà il suo libro Amore e Anarchia – Uno spettacolo del Teatro delle Albe (Titivillus editore, 2015), assieme a Massimo Ortalli, Michele Pascarella e agli autori del testo teatrale Luigi Dadina e Laura Gambi.
La serata di concluderà con un momento conviviale insieme a tutti i presenti
Info e prenotazioni:
www.ccisim.it
cisim.lidoadriano@gmail.com
Tel. 389 6697082
Contributo soci 5 euro
Contributo soci ridotto universitari e non scuola 2017, 3 euro
Ingresso riservato ai soci ENTES 2016/17
La quota associativa per iscriversi all’associazione Il Lato Oscuro della Costa affiliata con ENTES 2016/2017 è di € 5 e dà il diritto di partecipare alle attività dell’Associazione stessa.
È possibile fare domanda di iscrizione a socio compilando il form online sulla pagina: https://www.ccisim.it