Rinviato l'incontro con Lisa Ginzburg
Attenzione: la rassegna Il Tempo Ritrovato è stata sospesa e di conseguenza l'incontro con Lisa Ginzburg è rinviato a data da destinarsi.
La rassegna Il Tempo Ritrovato ospita Lisa Ginzburg mercoledì 28 ottobre alle 18.30 alla Biblioteca Classense in dialogo con Matteo Cavezzali e Stefano Bon (consigliata la prenotazione su www.iltemporitrovatoravenna.it). Alle 18 l'autrice leggerà un cantico della Commedia davanti alla Tomba di Dante.
Lisa Ginzburg scrittrice, traduttrice e filosofa, proveniente da una lunga tradizione intellettuale, è infatti figlia di Carlo Ginzburg e nipote di Natalia Ginzburg. Nel suo ultimo romanzo “Cara pace” (Ponte alle Grazie) scava nella fragilità della coppia, tra i calcinacci della famiglia, raccontando con abilità estrosa la fatica femminile di crescere proteggendo e proteggendosi. Fino a sorprenderci con l'ipotesi che gettando via lo scudo si comprenda meglio la battaglia. Maddalena, la maggiore, è timida, sobria, riservata. Nina, di poco minore, è bella e capricciosa, magnetica, difficile, prigioniera del proprio egocentrismo. Le due sorelle, legate dal filo di un'intima indistinzione, hanno costruito la loro infanzia e adolescenza intorno a un grande vuoto, un'assenza difficile da accettare.
Ancora adesso, molti anni dopo, cercano di colmarla con corse, lunghe camminate, cascate di parole e messaggi WhatsApp che, da Parigi a New York, le riportano sempre a Roma, in una casa con terrazzo affacciata su Villa Pamphili, dove la loro strana vita, simbiotica e selvatica, ha preso forma. È proprio a Roma che Maddi, da sempre chiusa nel suo carapace, decide di tornare, fuggendo dai ruoli che la sorella, prima, e la famiglia poi, le hanno imposto. Finalmente sola con sé stessa e con i suoi ricordi, lascia cadere le difese e, rivivendo i luoghi del passato, inverte le parti e si apre alle sorprese che riserva la vita. Padri e madri, amicizie e passioni, alberi e fiumi fanno da cornice a una storia d'amore e di abbandono che, come ogni storia viva, offre solo domande senza risposta. E misura con il metro felice della letteratura la distanza che intercorre tra la ferita originaria e la pace sempre e solo sfiorata della maturità.