"Kater i Rades": l'opera canta la tragedia del Mediterraneo
Viaggio attraverso gli strati profondi dell’umano e del disumano con l’ultimo appuntamento della Stagione d’Opera di quest’anno, che cala il pubblico nel cuore del dramma con l’invito a salire in palcoscenico per assistere allo spettacolo: in scena giovedì 18 aprile, alle 20.30, Katër i Radës. Il naufragio è un’opera contemporanea che ha per soggetto una delle purtroppo numerose tragedie del Mediterraneo, quella di una motovedetta albanese affondata davanti alle coste italiane nel 1997.
Alessandro Leogrande ne ha scritto il libretto per la Biennale Musica 2014 riprendendo la propria inchiesta sullo speronamento della Katër i Radës da parte di una corvetta della Marina Militare Italiana per impedire lo sbarco dei disperati “invasori”. In questa coproduzione fra Biennale e Cantieri Teatrali Koreja, le musiche del compositore albanese Admir Shkurtaj e la regia di Salvatore Tramacere fanno del dolore meditato una ballata di fantasmi, tra sillabe esplose, frasi e grida di una lingua lontana.
“Katër i Radës non vuole essere semplicemente un’opera della memoria. È piuttosto il tentativo - attraverso la musica - di liberare l’universo umano di chi è andato incontro a una delle tante tragedie del Mediterraneo,” scriveva Leogrande, scomparso prematuramente nel 2017. “Nell’atto unico si affollano sommersi e salvati, chi è sopravvissuto e chi è scomparso, le loro voci, i loro pensieri, e soprattutto il loro viaggio verso il buio, pieno di grandi ansie e piccoli desideri, sogni e paure, digressioni, apparizioni, improvvise rammemorazioni”. Scegliendo la forma dell’opera da camera per dare voce a chi non c’è più, lo scrittore e giornalista d’inchiesta - sempre schierato con intelligenza e sensibilità a difesa degli ultimi e degli sfruttati - ha indicato la strada di un teatro politico in grado di dialogare con la cronaca ma anche con la più ampia riflessione sui valori umani e sulla loro perdita.
Era il Venerdì Santo del 1997 quando la piccola motovedetta Katër i Radës, carica di 120 migranti in fuga dall’Albania, scomparve nelle acque del Canale d’Otranto. Oltre 80 i morti, molti non avevano nemmeno 16 anni. Fuggivano da un Paese che si era lasciato alle spalle un regime claustrofobico solo per precipitare nella crisi economica e in una sorta di guerra civile; sognavano l’Italia. Italia che eresse un “muro” in quel lembo di mare, inviando la Marina Militare in operazioni di dissuasione e respingimento. Attraverso questa vicenda-simbolo Leogrande recupera la funzione originaria della scena, luogo in cui il pubblico è faccia a faccia con la vena oscura della società; così apre il dibattito pur trasfigurando la realtà nella dimensione mitica (ma per questo universale e inevitabile).
Opera da camera in albanese e italiano, Katër i Radës combina la regia lineare di Salvatore Tramacere a un tessuto strumentale di canti polifonici, suono della cupa cupa (strumento popolare dell’Italia meridionale), tracce elettroniche, rumori. Le musiche portano la firma di Admir Shkurtaj: giunto nel ’91 in Italia poco più che ragazzo con le prime ondate di sbarchi e formatosi musicalmente nel nostro Paese, collabora oggi con diverse compagnie teatrali di ricerca, pur con lo sguardo rivolto alle più autentiche tradizioni musicali balcaniche. Michelangelo Campanale e Stefania Miscuglio curano rispettivamente scenografia e costumi: la scena non è che una zattera e il viaggio perde i connotati di cronaca per assumere quelli del mito; mito da cui sono però assenti gli dei e l’uomo è abbandonato a se stesso e ai propri simili.
Precederà lo spettacolo, alle 18 in Sala Corelli, l’incontro a ingresso libero dal titolo Alessandro Leogrande. Un intellettuale concreto, curato da Goffredo Fofi con la partecipazione di Marco Martinelli del Teatro delle Albe, del regista Salvatore Tramacere e di Angelo Nicastro direttore artistico della Stagione.
Biglietto intero 12 €, ridotto 10 €. Speciale 8 € per abbonati Stagione dei Teatri e Stagione d’Opera e Danza, abbonati e carnet Ravenna Festival. Giovani: 5 € per under 18 e universitari under 30.