La Bandeandrè omaggia il grande "Faber" al Socjale
Venerdì 11 gennaio, ore 21, il Teatro Socjale di Piangipane avvia la seconda parte della Stagione con un omaggio a Fabrizio De Andrè. A interpretare i successi del grande cantautore è la Bandeandrè, la band che a sua volta festeggia con il doppio CD “Bandeandrè 2018” dieci anni di musica dedicata alla poesia di Fabrizio De Andrè.
Venti anni fa ci lasciava, accompagnato fisicamente da migliaia di persone, ma virtualmente da milioni di tanti altri, Fabrizio De Andrè, uno dei cantautori più grandi della musica italiana. Per molti, soprattutto un poeta; ha saputo unire parole e musica in un messaggio che ha raggiunto le persone più diverse, dalle più diseredate a quelle che vivono nei piani alti della società. Al suo funerale sono andati in migliaia, come se fosse il suo ultimo concerto, fatto di silenzi e lacrime. C’erano mendicanti, zingari e prostitute; Fabrizio era la loro voce, quella che ricordava al mondo il loro diritto a vivere. C’erano i borghesi, che ascoltando Faber forse si lavavano la coscienza imbarazzata di fronte alle miserie che nutrivano i loro previlegi. Forse c’erano anche i funzionari di polizia che per dieci anni hanno sorvegliato De Andrè, considerandolo un potenziale fiancheggiatore delle Brigate Rosse.
La sua compagna Dori Ghezzi ci ha sempre ricordato che Faber non voleva essere una icona e tantomeno un santino, non voleva insegnare niente a nessuno. Ma la gente, che come dice De Gregori, alla fine sa sempre dove andare, ha deciso diversamente. E dopo vent’anni il mito di Fabrizio De Andrè si è come solidificato. Dalla scuola alla piazza le sue canzoni sono tra le più ascoltate e amate.
Anche Bandeandrè, nata per un concerto nel 2009 al Mama’s e poi rimasta insieme in decine di concerti, dai piccoli locali alle grandi piazze, ricorda 10 anni di vita con un doppio CD che raccoglie le canzoni riproposte negli ultimi anni. Gli arrangiamenti, naturalmente legati alla strumentazione e all’uso delle voci, tipico della Band, sono sempre molto rispettosi dell’ originale, ma l’esecuzione cerca di riproporre quell’energia e quel valore di ensemble che le vengono sempre riconosciuti nei concerti.
Naturalmente cappelletti nell’intervallo, come da tradizione.
Ingresso riservato soci Arci.