Lella Costa porta in scena "La vedova Socrate"
Un passaggio di testimone epocale: Lella Costa ha raccolto l’invito di Franca Valeri, grande matriarca e genio del teatro italiano, ad interpretare La vedova Socrate, il testo da lei scritto e interpretato la prima volta nel 2003. La pièce, diretta da Stefania Bonfadelli, andrà in scena venerdì 4 e sabato 5 giugno alle ore 21 al Teatro Masini di Faenza.
Un concentrato di ironia corrosiva e analisi sociale, rivendicazione disincantata e narrazione caustica. Liberamente ispirato a La morte di Socrate dello scrittore svizzero Friedrich Dürrenmatt, nato a seguito dell’intuizione di Giuseppe Patroni Griffi che glielo suggerì, il monologo è ambientato nella bottega di antiquariato e oggettistica di Santippe, la moglie del filosofo, tramandata dagli storici come una delle donne più insopportabili dell’antichità.
“Patroni Griffi ha letto il testo di Dürrenmatt e mi ha detto se ne potevo trarre qualcosa. Mi incuriosiva l’idea di sfatare questa leggenda che Santippe fosse solo una specie di bisbetica - così Franca Valeri -. Io ne faccio una moglie come tante, con una vita quotidiana piena di alti e bassi, una donna intelligente che del marito vede anche tanti difetti. Nel testo di Dürrenmatt c’è poco di Santippe, per questo, per conoscerla meglio, ho preso delle informazioni su Socrate e ho letto i ‘Dialoghi’ di Platone. Mi sono fatta l’idea di una donna forte che ha vissuto accanto a un uomo per noi straordinario ma che per lei era semplicemente un marito e per giunta noioso”.
Nello spettacolo si sfoga per tutto quello che le hanno fatto passare gli amici di Socrate come Aristofane e Alcibiade, una masnada di buoni a nulla a cominciare da Platone, il principale bersaglio polemico dello spettacolo. Lei non sopporta che abbia usurpato le idee del consorte anche se fu molto fedele nel riportarle. E così lo degrada a un semplice copista e si mette in testa di chiedergli pure i diritti d'autore. Anzi alla fine pensa di poter scrivere lei un dialogo: protagoniste però sarebbero le donne. Ed è infatti soprattutto alle donne che parla: neanche la vedovanza le toglie il diritto di emanare un giudizio onesto sul comportamento dei mariti, degli uomini in generale e anche di quelle donne che ingannano l’altro sesso. Non serve, dice, indagare sulla vera natura del proprio uomo, basta accettarlo così com’è da vivo e da morto; d’altronde, “la morte di un marito è un così grande dolore che nessuna donna ci rinuncerebbe”.
Biglietti: da 14 a 27 euro. Prevendite: nel giorno di spettacolo dalle ore 10 alle ore 13. Prenotazioni telefoniche (0546 21306): dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 13.