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Palazzi, mulini, studioli e chiese: ecco le mete ravennati delle Giornate Fai di Primavera

Sono otto gli "scrigni" che i volontari del Fai aprono nel weekend del 23 e 24 marzo. Fra loro Palazzo Guiccioli e la Chiesa dello Spirito Santo

Il 23 e 24 marzo tornano le Giornate Fai di Primavera che, come in tutte le occasioni, offrono tante visite e luoghi da scoprire. Tra luoghi dimenticati, monumenti da conoscere e spazi da riqualificare, la provincia di Ravenna offre una ricca varietà di itinerari che raccontano la storia e la cultura del suo territorio.

I luoghi delle Giornate Fai di Primavera 2019

Sono otto i luoghi da riscoprire in provincia. A Ravenna si possono visitare la Chiesa dello Spirito Santo (in vicolo degli Ariani) antica cattedrale del culto ariano fatta erigere nel VI secolo da Teodorico il Grande, e Palazzo Guiccioli (in via Cavour), costruito alla fine del 1600 dagli Osio, agli inizi dell’Ottocento fu acquistato dal conte Alessandro Guiccioli, uomo di rilievo nella vita economica e politica della Ravenna napoleonica.

A Russi apre le porte Palazzo San Giacomo, possedimento della famiglia Rasponi oggi al centro di un progetto di valorizzazione. Nel 1664 il conte Guido Carlo Rasponi, fratello minore del cardinale Cesare Rasponi, acquistò la tenuta di Raffanara, sita nella campagna ravennate. Nella tenuta vi erano due edifici. Il più antico era una chiesa dedicata a San Giacomo, esistente sin dal XII secolo. Sotto l'argine destro del fiume Lamone vi erano le rovine di un castrum. 

A Lugo si scoprono il Ponte delle Lavandaie e il Canale dei Mulini. Il Canale dei Mulini: corridoio naturalistico-ecologico che, insieme alle zone e ai parchi ad esso associati, oggi fa parte di un’area importante di riequilibrio ecologico. Per le Giornate Fai di Primavera sarà organizzato un percorso che avrà inizio dal Parco urbano del Loto, giungerà attraverso l’area del Mulino di Figna, oggi scomparso, fino ad arrivare nell’ immediata periferia cittadina, in un tratto molto suggestivo per la presenza di vegetazione rigogliosa, per poi concludersi presso il Ponte delle Lavandaie. Costruito nel 1600, il ponte è costituito da gradoni tuttora conservati che degradano fino all’acqua che furono utilizzati fino agli anni ‘50 del novecento dalle lavandaie. Lungo il canale ancora il bacino di laminazione del canale Brignani/parco Golfera: importante opera per la difesa idro-geologica ed area di rinaturalizzazione.

Spostandosi a Faenza si possono ammirare lo studiolo di Dionigi Strocchi dipinto da Felice Giani (in corso Garibaldi) e la Sala del Settecento della Biblioteca Comunale Manfrediana. La visita al piccolo e raffinato studiolo di Dionigi Strocchi, impreziosito dalle raffigurazioni degli Inni di Callimaco eseguiti da Felice Giani, sarà accompagnata da un’interpretazione musicale e danzata del ciclo pittorico del gruppo musicale Cavaleon di Millano e della compagnia Iris di Faenza. Cavaleon è un gruppo di quattro artisti, tra cui il polistrumentista e cantautore Leo Einaudi, la cantautrice Giulia Vallisari, il musicista elettronico Federico Cerati e il batterista Agostino Ghetti. Le tracce minimali ed evocative sono strutturate dal contrasto della voce ruvida di Einaudi ed eterea di Vallisari. La compagnia IRIS si occupa di formazione e produzione di teatrodanza, antropologia, educazione e cura attraverso il movimento. Fondatrici del progetto sono le due ballerine Valentina Caggio e Paola Ponti, entrambe coreografe ed insegnanti con esperienze nazionali ed internazionali.

Cervia apre le porte del Mazzino del Sale Dasena. Affacciati sul canale, i due Magazzini del Sale (Torre e Darsena), edifici imponenti di archeologia industriale legati alla tradizione del sale, rappresentano oggi una cornice molto suggestiva ed evocativa per esposizioni, mostre e spettacoli. 

Infine a Castel Bolognese si va alla scoperta del Mulino Scodellino. Costruito sul finire del Trecento contemporaneamente al canale dei Mulini, il Mulino Scodellino è uno degli esempi meglio conservati della architettura tipica, ma anche della dotazione tecnologica che a quei tempi permetteva di utilizzare la forza motrice dell'acqua per macinare le granaglie. Visitare il Mulino Scodellino oggi perfettamente funzionante (per merito degli "Amici del Mulino") è come fare un viaggio nel mondo dei nostri nonni e nel loro modo di vivere; l'ambiente suggestivo, l'emozione di portarsi a casa un sacchetto di farina.... E scoprire, accompagnati dagli "Amici del Senio" l’antichissima diga a Tebano da dove nasce il Canale dei Mulini. Nelle giornate FAI di Primavera si seguirà l'acqua con percorsi nell'ambiente naturale lungo il Canale dei Mulini verso Lugo, Fusignano e oltre.

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