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Rachele Ferrario presenta il suo ultimo libro su Margherita Sarfatti

Ferrario affronta un periodo di grande interesse per gli appassionati dell'arte italiana, dagli inizi del '900 alla seconda guerra mondiale e tra l'altro racconta la storia "dell'amante del duce"

Rachele Ferraio, storico e critico d'arte, insegna Fenomenologia delle arti nell'Accademia di Brera e Storia delle tecniche artistiche allo Iulm. Cura archivi d'arte e mostre. Collabora con il "Corriere della Sera" e da sette anni è scrittrice di biografie di donne famose dell'arte per Mondadori. Rachele Ferrario, sarà a Lugo per partecipare alla rassegna culturale "Caffè Letterario", lunedì, alle ore 21, all'Ala D'Oro e per presentare il suo ultimo libro "Margherita Sarfatti. La regina dell'arte nell'Italia fascista".

La Ferrario affronta un periodo di grande interesse per gli appassionati dell'arte italiana, dagli inizi del '900 alla seconda guerra mondiale e tra l'altro racconta la storia "dell'amante del duce". Il suo libro edito da Mondadori, narra la poliedricità della Sarfatti in veste di giornalista, scrittrice e primo critico d'arte donna in Europa. Margherita Sarfatti ha fondato il gruppo del Novecento e frequentato gli intellettuali all'avanguardia del suo periodo storico; per oltre vent'anni ha influenzato in modo profondo la cultura e l'arte italiane. Tuttavia la maggior parte delle persone la conosce solo come "l'amante del duce".

La sua figura è rimasta a lungo sottomessa a quella di Mussolini anche se in realtà rivestì un ruolo da protagonista, soprattutto in campo artistico, ma anche in politica e nel plasmare l'ideologia del fascismo. Margherita, donna molto colta, nasce a Venezia nel 1880 da una ricca famiglia ebrea, i Grassini. Fin da giovane frequenta Antonio Fogazzaro e Guglielmo Marconi, conosce la regina Elena e il patriarca Sarto, futuro papa Pio X. Il suo salotto di Milano fu un vero laboratorio del pensiero artistico del tempo, ma era frequentato anche da un giovane ambizioso ovvero Benito Mussolini. Tra i due scoppia quasi subito la passione, ma nasce anche un proficuo sodalizio nel quale ciascuno si serve dell'altro, un vero e proprio "do ut des".

Il duce usa la sua grande intelligenza e i favolosi agganci internazionali al mondo dell'arte; lei per via del suo rapporto con l'uomo più potente d'Italia, si impone sulla scena culturale e porta a compimento il suo progetto: un'avanguardia artistica in linea con la tradizione classica italiana. Costretta a espatriare per via delle leggi razziali, rientra in Italia quando cade il fascismo. Oggi il libro di Rachele Ferrario, grazie a una ricerca ampiamente documentata, ci consente di riavvicinarci a questa donna libera, in grado di affrontare coraggiosamente anche il dolore per la morte del figlio di 17 anni arruolatosi volontario nella Prima guerra mondiale. Una donna che vive in anticipo sul proprio tempo e che non ama sentirsi dire di no. Nemmeno dal duce, a cui tra l'altro scrive, rivendicando la propria indipendenza

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