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Ravenna Festival ‘scopre’ un nuovo luogo: la Pineta di San Giovanni

Quest’anno il Festival invita il suo pubblico ad addentrarsi nella Pineta di San Giovanni, un piccolo lembo del ‘bosco di Ravenna’ non lontano dalla nostra città oggi custodito all’interno dell’area dove hanno sede gli uffici direzionali dell’azienda Micoperi (via Trieste 279), che martedì 1 luglio (21) ospiterà “Le trincee del cuore”

La virtuosa consuetudine di Ravenna Festival che ogni anno “scopre” e propone alla città un nuovo luogo di spettacolo non poteva mancare nell’edizione che segna i primi 25 anni della manifestazione. Quest’anno il Festival invita il suo pubblico ad addentrarsi nella Pineta di San Giovanni, un piccolo lembo del ‘bosco di Ravenna’ non lontano dalla nostra città oggi custodito all’interno dell’area dove hanno sede gli uffici direzionali dell’azienda Micoperi (via Trieste 279), che martedì 1 luglio (21) ospiterà “Le trincee del cuore”, un progetto di Ambrogio Sparagna che raccoglie i canti popolari della Prima guerra mondiale. Un palcoscenico che nasce grazie alla preziosa collaborazione con Micoperi, nuovo prestigioso partner del Festival, il cui amministratore delegato Silvio Bartolotti ha deciso di aprire le porte della sua azienda alla città.

Uno spettacolo che attraverso i canti narra l’atrocità della guerra, la fierezza del corpo di appartenenza ma anche amori lontani, speranze, ricerca di affetti e piccoli momenti di gioia quotidiana a cui daranno voce l’Orchestra Popolare del’Auditorium Parco della Musica di Roma con il Coro Amarcanto e la Compagnia dell’Alba di Ortona. La voce calda e profonda di Peppe Servillo – ospite speciale – assieme alle sue doti di istrione ed affabulatore, daranno un’impronta unica ad una serie di canzoni dialettali ironiche e goliardiche cantate per esorcizzare la paura della morte. Lo spettacolo arricchisce la programmazione che Ravenna Festival dedica al centenario della Grande Guerra proponendo una visione particolare che non dimentica il punto di vista e la sensibilità di quanti erano dall’altra parte, magari nella trincea opposta, a pochi metri di distanza: ungheresi, sloveni, austriaci e serbo-croati. Il nemico certo, ma spesso sentito come ‘fratello’ nella malasorte di una guerra terribile e interminabile.

Negli anni della Prima guerra mondiale gli italiani riconobbero se stessi nell’orrore e nella fiera e povera umanità delle trincee, dove per la prima volta nella storia italiana si mescolarono dialetti, storie e anche musiche. A cento anni dallo scoppio della Prima guerra mondiale, il progetto di Ambrogio Sparagna vuole raccontare gli echi dei tanti canti risuonati tra le pietre delle trincee e nel cuore di uomini semplici che cercarono conforto alla disumanità della guerra anche attraverso la voce e la forza della poesia cantata. Questo concerto è un modo originale e coinvolgente per ricordare, con il cuore, i giorni della trincea.

Lo stesso scenario , circondato da una natura tanto antica quanto viva e da una recente industrializzazione che è già surreale archeologia (fu proprio questo singolare contrasto che impressionò il Michelangelo Antonioni di “Deserto Rosso”, di cui ricorrono i 50 anni), ospiterà il 18 giugno “Il carnevale degli animali e altre bestie d’amore”, lo spettacolo di Vinicio Capossela su musiche dello stesso cantautore e di Camille Saint-Saëns precedentemente presentato con luogo da definire. Info e prevendite: www.ravennafestival.org

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