rotate-mobile
Eventi

Svelata la nuova trilogia d’autunno di Ravenna Festival: dedicata a Giacomo Puccini

Dopo le due trilogie dedicate a Verdi, andrà in scena questo “progetto per Bohème” incentrato su un altro dei grandi operisti italiani universalmente noti cui il teatro musicale del Novecento è debitore: appunto Giacomo Puccini

Sarà dedicata a Giacomo Puccini e al suo capolavoro più amato, La Bohème, la nuova trilogia d’autunno di Ravenna Festival su cui si aprirà il sipario del Teatro Alighieri il 9 dicembre (repliche 12 e 14). Dopo le due trilogie dedicate a Verdi, andrà in scena questo “progetto per Bohème” incentrato su un altro dei grandi operisti italiani universalmente noti cui il teatro musicale del Novecento è debitore: appunto Giacomo Puccini. La vicenda della fragile Mimì, dell’amore che travolge lei e Rodolfo, e dei sogni disillusi dei giovani e scapigliati artisti che li circondano torna sul palcoscenico ravennate nella nuova produzione ideata da Cristina Mazzavillani Muti.

Forte della collaborazione con il collaudato team creativo che la affianca composto da Vincent Longuemare per le luci, Davide Broccoli video programmer e Alessandro Lai per i costumi, ai quali si aggiunge l'innovativo videomaker David Loom - già distintosi sulla scena della video art con lavori dal tratto estremamente personale e tecnicamente molto avanzato - Cristina Muti continua a percorrere le strade dell’high tech: scene virtuali e proiezioni capaci di immergere il pubblico nei colori e nelle atmosfere di paesaggi visionari, in questo caso ispirati all’onirica fantasia dell’opera pittorica di Odilon Redon, uno dei principali protagonisti del movimento simbolista e amico di Stéphan Mallarmé. “A me questa operazione Bohème tormenta molto! Più la studio e più ricomincio da capo. Non mi convince - sottolinea la regista - il manierismo costante e solito di quasi tutte le edizioni, pur storiche, che ascolto e consulto. Avverto sempre di più un mondo ironico e problematico, mai lezioso e piagnucoloso, ma piuttosto ghiacciato e di transizione dal mondo del simbolismo a quello dell’espressionismo con le sue atmosfere cupe e claustrofobiche perché presaghe dell’orrore e del disfacimento che di lì a poco sarebbe seguito.

Echi di danza sull’orlo dell’abisso incombente. Con Bohème abbiamo tutte solitudini livide e insoddisfatte, dove c’è lo scherzo io sento il beffardo e dove c’e il comico io avverto la cattiveria sottile. Dove c’è il pianto io sento l’urlo, dove c’e amore io percepisco invece incomprensione mentre dove c’e amicizia io sento solo incomunicabilità. Ho l’impressione che i confini del verismo e del decadentismo dell’Italia in cui Bohème è stata sempre inscritta siano un poco angusti e che l’orizzonte si possa allargare all’Europa tutta ed ai fremiti e alle inquietudini artistiche che la percorrevano, avvicinandoci temporalmente e spazialmente sia al Wozzeck e alla Lulu di Berg che all’Amore delle tre melarance di Prokof’ev o all’Affare Makropulos di Janácˇek. Ma soprattutto vorrei che alla fine la poesia, la tristezza, la solitudine, l’incomunicabilità, la morte incombente su tutto e su tutti, il mistero sul senso stesso della vita, ci commuovessero tutti nel profondo.” La partitura, in cui Puccini riversa tutta la sua inesausta ispirazione melodica insieme alle più moderne finezze armoniche ed alle più ardite sfumature timbriche ed espressive, sarà affidata all’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e ad un giovane cast vocale (frutto di un lungo percorso di audizioni) diretti da Nicola Paszkowski.

A completare il progetto dedicato a Puccini, farà seguito un “divertimento alla bohémienne”, dal titolo “Mimì è una civetta”, in calendario il 10 e 13 dicembre. La nuova produzione, in prima assoluta, è una rivisitazione dei temi pucciniani che il Festival ha commissionato al giovane e versatile musicista Alessandro Cosentino, di formazione classica, ma capace di muoversi ai confini tra rock, jazz e folk. “L‘idea di Mimì è una civetta - precisa Cosentino - ha preso forma con il desiderio di fondere tra di loro diversi orizzonti musicali al fine di creare un’unica amalgama nella quale ciascun elemento fosse solidale con gli altri”. Si avvale per questo di una band (in palcoscenico) a cui si aggiungerà le partecipazione straordinaria di un virtuoso della fisarmonica come Simone Zanchini e l’eclettismo jazz della tromba di Fabrizio Bosso. Un’opera dai toni brillanti affidata alla regia e alle coreografie del newyorkese Greg Ganakas, figura carismatica nonché didatta e divulgatore del musical theatre americano. “È entusiasmante  – dichiara il regista – avere l’opportunità di partecipare ad una novità come questa all’interno di Ravenna Festival ed in particolare in Italia, patria di Puccini, e sarà per me, in quanto regista americano, qualcosa di prezioso da custodire gelosamente. Credo che quest’idea nata da Cristina Muti e dal suo staff artistico sia davvero brillante e considero un privilegio esserne parte".

Venerdì 11 dicembre a Forlì (PalaCredito di Romagna) il terzo appuntamento della trilogia è un unicum in senso assoluto: il maestro Riccardo Muti, a vent’anni esatti dallo storico concerto Muti - Pavarotti offerto a sostegno della Comunità di Sadurano, dedicherà al suo fondatore don Dario Ciani, recentemente scomparso, un nuovo imperdibile evento presentando al pianoforte alcune pagine tratte dalle più celebri opere di Puccini assieme al soprano Anna Netrebko (una delle più acclamate cantanti liriche dei nostri giorni) e al tenore Yusif Eyvazov, già protagonista nell’Otello della Trilogia 2013. Per questo concerto straordinario, organizzato in collaborazione con il Comune di Forlì e la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, la prevendita sarà già attiva dall’8 ottobre: www.ravennafestival.org

L'oramai collaudata formula delle trilogie autunnali di Ravenna Festival, che alterna ogni sera un titolo, costituirà la prima parte della Stagione d’Opera 2015-2016 del Teatro Alighieri. “Una congiunzione virtuosa – come sottolinea il Sovrintendente Antonio De Rosa - che ha consentito al nostro Teatro di essere premiato dal Ministero dei Beni Culturali con un incremento di risorse che lo colloca al terzo posto tra i Teatri di tradizione in Italia. Un ‘podio’ raggiunto anche grazie al sostegno di Comune e Regione Emilia Romagna, l'unica regione italiana ad aver incrementato i contributi alle attività culturali. Un doveroso ringraziamento va inoltre a tutti i sostenitori della Trilogia e della Stagione che hanno rinnovato ancora una volta il loro prezioso supporto: Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Hormoz Vasfi, Unicredit, CMC Cooperativa Muratori e Cementisti Ravenna, Unipol Banca e Gruppo Nettuno”.

L’anno nuovo si aprirà il 9 e 10 gennaio con un titolo d’opera raramente rappresentato, secondo  l'attitudine espressa dal nostro teatro in questi anni di ricercare a proporre titoli desueti, L'amico Fritz di Mascagni. La nuova coproduzione realizzata con Fondazione Teatro Piacenza, Teatro Comunale di Modena e Teatro Rendano di Cosenza vedrà la regia di Leo Nucci e la direzione di Donato Renzetti alla guida dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, costante presenza che costituirà il perno di tutte le produzioni d'opera della prossima stagione. Il 5 e 7 febbraio seguirà Il turco in Italia di Rossini che, oltre alla Fondazione I Teatri di Piacenza, vede coinvolti  come coproduttori il Teatro Comunale di Ferrara e quello di Treviso. Dirige Giovanni Di Stefano mentre la regia è firmata da Federico Bertolani. Ancora il marchio di Ravenna Festival in chiusura di stagione: l’8 e il 10 aprile l’ultimo titolo in programma sarà l’occasione per rivedere il Macbeth di Giuseppe Verdi prodotto nell’ambito della trilogia Verdi & Shakespeare del 2013.

La Stagione Danza presenta cinque titoli che rappresentano un ventaglio di diverse forme della danza attuale. Aprirà il 30 e 31 gennaio lo Spellbound Contemporary Ballet con Pa|Ethos, ultima opera del celebre coreografo cinese di etnìa tibetana Sang Jijia che, radicato nella profondità del pensiero orientale, ha assunto le esperienze più alte della ricerca europea nell'ambito della danza e del teatro contemporaneo. Il 21 febbraio il secondo appuntamento è con l'irresistibile quanto inconfondibile presenza - unica compagnia al mondo nel saper unire la forma più rigorosa del balletto classico al gioco irriverente dell'ironia e del divertimento - de Les Ballets Trockadero De Monte Carlo, compagnia formata da soli uomini, eccellenti ballerini classici, che dal 1974 si diverte a mettere in scena in modo scherzoso il balletto tradizionale, pur nel pieno rispetto delle sue regole canoniche, presentandolo in parodia e en travesti.  Di sapore popolare è invece  Mediterraneo, in programma il 5 marzo, una ‘festa danzata’ che rimanda a contrade e cortili assolati, a gonne che si muovono al vento, a giochi di seduzione e sensualità, alla traccia di generazioni che si succedono depositando il fascino del proprio passato, presentata dalla Compañia Española de Danza “Miguel Ángel Berna”.

Il 12-13 marzo calcherà per la prima volta il rinnovato palcoscenico dell’Alighieri il  Balletto di Toscana Jr., una delle compagnie giovanili più dinamiche e interessanti nel panorama europeo per la bravura degli interpreti e per la qualità del repertorio affidato agli autori di punta della danza contemporanea. La compagnia, fondata e diretta da Cristina Bozzolini, presenterà una nuova versione di Romeo e Giulietta, il capolavoro di Prokof'ev che in modo struggente sa riaccendere ancora di emozione l'intramontabile vicenda dei giovani amanti veronesi. La Stagione Danza dell’Alighieri si concluderà il 16 e 17 aprile con la Cenerentola, firmata da Thierry Malandain per il Malandain Ballet Biarritz. Uno spettacolo che, pur restando fedele alla drammaturgia di Cenerentola e allo spartito di Prokof’ev, sviluppa un approccio molto personale al tema della sfortunata fanciulla e del suo riscatto. Cenerentola è il percorso di una stella che danza e Malandain ci porta sulla via della sua realizzazione che passa attraverso il dubbio, l’emarginazione, la sofferenza, la speranza, per raggiungere infine la luce.
 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Svelata la nuova trilogia d’autunno di Ravenna Festival: dedicata a Giacomo Puccini

RavennaToday è in caricamento