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'Scritture di Frontiera' con Dacia Maraini, Elisa Amoruso ed Elvis Malaj

Torna "Scritture di Frontiera", la rassegna di ScrittuRa festival e l’assessorato all’Immigrazione del Comune di Ravenna per discutere con grandi autori e intellettuali come sta cambiano il mondo

Torna "Scritture di Frontiera", la rassegna di ScrittuRa festival e l’assessorato all’Immigrazione del Comune di Ravenna curata da Matteo Cavezzali per discutere con grandi autori e intellettuali come sta cambiano il mondo. "È importante in questo momento ricordarsi che i nostri destini sono tutti collegati gli uni agli altri, a prescindere dalle frontiere – sottolinea Cavezzali - Le nuove tecnologie nella comunicazione e la facilità di spostarsi hanno reso il mondo più piccolo, per questo è importante capire cosa sta succedendo, ricordare cosa è già successo nel passato o provare ad immaginare cosa ci attenderà nel futuro. Dante è stato un esiliato e nel VI canto del Paradiso si ammoniva con questi vesi: "Indi partissi povero e vetusto/e se'l mondo sapesse il cor ch'elli ebbe/mendicando sua vita a frusto a frusto/assai lo loda, e più lo loderebbe"".

Scritture di frontiera si svolgerà per tre sabato mattina alle 11 nei chiostri della Biblioteca Classense (in caso di maltempo nella sala interna della biblioteca). Si comincia il 19 settembre con Elisa Amoruso “Sirley e le strane straniere”. Scrittrice e regista molto legata alle tematiche migranti. Con il romanzo “Sirley” (Fandango) da cui è tratto il film “Maledetta primavera” con Micaela Ramazzotti, diretto dalla stessa Amoruso (ospitata dal Festival del Cinema di Venezia l'anno scorso con “Unposted”), racconta la storia di una amicizia. La vita di Nina cambia quando incontra Sirley, ha tredici anni, abita nel palazzo di fronte, è mulatta e balla la lambada. Viene dalla Guyana francese in Sud-America e ha un sogno ambizioso: interpretare la Madonna nella processione di quartiere.

Il secondo incontro il 26 settembre verdà ospite Elvis Malaj con “Il mare è rotondo”. Elvis Malaj è nato a Malësi e Madhe (Albania) nel 1990. A quindici anni si è trasferito ad Alessandria con la famiglia. Oggi vive e lavora a Belluno. A ottobre 2017 è uscita la sua prima racconta di racconti Dal tuo terrazzo si vede casa mia (Racconti edizioni). Il suo primo romanzo, Il mare è rotondo, è uscito nel maggio del 2020 per Rizzoli ed è stato candidato al Premio Strega. Quella tra Ujkan – il protagonista del romanzo - e l’Italia è una relazione complicata. Andarci è sempre stato lo scopo della sua vita, ma il motivo non se lo ricorda più. Quando aveva undici anni aveva provato a raggiungerla mescolandosi ai profughi kosovari, ma sua madre era riuscita a scovarlo un attimo prima che s’imbarcasse.

L’ultimo e attesissimo appuntamento sarà il 3 ottobre con Dacia Maraini “Si va via per tornare, la lunga vita di Dacia”. Un incontro in cui ripercorrendo i suoi libri racconterà la sua vita. Nel ‘43 il governo giapponese in base al patto d'alleanza stipulato con Italia e Germania, chiede ai coniugi Maraini di firmare l’adesione alla Repubblica di Salò. Rifiutandosi vengono internati insieme alle tre figlie in un campo di concentramento a Tokyo dove patiranno due anni di fame estrema da cui verranno liberati dagli americani, soltanto a guerra finita,. Dacia Maraini ha poi viaggiato attorno al mondo assieme al compagno Alberto Moravia, riscoprendo il valore della diversità. Molte le sue opere fondamentali: “La lunga vita di Marianna Ucrìa”, “Bagheria”, “Corpo felice”. I grandi temi sociali, la vita delle donne, i problemi dell'infanzia sono da sempre al centro del suo lavoro. Dialoga con Matteo Cavezzali.

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