Al Cinema Senio, Claudio Casadio in "Pollicino"
Dopo lo spettacolo Un topo, due topi, tre topi… Un treno per Hamelin, andato in scena lo scorso 18 aprile, Accademia Perduta/Romagna Teatri torna al Cinema Senio di Casola Valsenio, sabato 9 maggio alle ore 21, con una delle sue produzioni più importanti, Pollicino, interpretato da Claudio Casadio, per la regia di Gianni Bissaca.
Con questo spettacolo, che ha raccolto numerosi ed importanti riconoscimenti nell’ambito di lunghe tournée italiane ed europee, Accademia Perduta prosegue il suo sostegno al gruppo “Forza Casola”, comitato nato dopo il disastro dello scorso 25 febbraio in cui una frana ha cancellato metà campo sportivo del paese: il ricavato della serata sarà infatti interamente devoluto all’ASD di Casola Valsenio, a favore dell’attività calcistica giovanile.
Pollicino offre al pubblico dei bambini un’occasione per confrontarsi con il sentimento della paura. La storia di Pollicino è, infatti, una “fiaba scura”: “come fate a dormire? Sarà la paura, ma io non ci riesco”, dice Pollicino ai fratelli maggiori. Il protagonista della vicenda è piccolo, il più piccolo, ma la sua paura, grande, non lo annichilisce. Ciò che, al contrario, lo rende vincitore di fronte alle avversità della vita è la curiosità ed il suo coraggioso desiderio di conoscere la realtà, anche nei suoi aspetti più crudeli.
È la curiosità che spinge Pollicino a vigilare su quanto dicono e fanno i genitori ed egli è in grado di avvertire con tempestività il pericolo e di attrezzarsi per farvi fronte. Dalla casa del padre a quella dell’Orco, attraverso il bosco si avvia al mondo, verso altri boschi ed altre case… Pollicino non fa ritorno a casa sua e non si perde: il suo viaggio continua. In compagnia dei fratelli. Se è vero che Pollicino è solo a pensare, è altrettanto vero che, nel suo allontanamento da casa, egli solo non è. La presenza dei fratelli è calda, nel buio e nel freddo della notte. Anche nei momenti drammatici c’è qualcuno con cui giocare, con cui litigare, con cui affrontare l’ignoto.
Lo spettacolo viene agito da un attore-narratore che vive e racconta, al tempo stesso, la vicenda, evocandola e rapportandosi, a volte direttamente, al pubblico. La narrazione ed il rapporto con i piccoli spettatori sono spesso ironici, sorridenti, comici, a tratti di stile popolaresco, con frequenti parentesi dialettali in un dialogo scanzonato dalle cadenze romagnole. Gli oggetti di scena e la scrittura dello spazio offrono un esempio di “teatro di narrazione con oggetti” assai originale ed interessante, caratteristico della riuscitissima, ed ormai storica, collaborazione fra Claudio Casadio e Marcello Chiarenza.