Chèri in prima europea al Ravenna Festival
Danza, teatro e musica si fondono al Ravenna Festival, per un evento unico: la prima europea, in esclusiva per l’Italia, di Chéri, spettacolo concepito, diretto e coreografato da Martha Clarke – liberamente tratto dall’omonimo romanzo del 1920 di Colette e al successivo ‘La fine di Chéri’ - che segna il ritorno sulla scena di Alessandra Ferri. Il balletto? narra la tragica relazione proibita, a Parigi, durante la Belle Époque parigina ma con la Prima Guerra Mondiale che incombe cupa e minacciosa sullo sfondo, tra un giovane e una donna molto più avanti di lui nell’età.
Un cast stellare in cui Alessandra Ferri, che impersona Léonie Vallon, detta Léa de Lonval, sarà affiancata da Herman Cornejo, primo ballerino dell’American Ballet Theatre e freschissimo vincitore del prestigioso premio Benois de la Dance, nel ruolo del giovanissimo Fred Peloux, detto appunto Chéri, dall’attrice Amy Irving (nota a tutti i cinefili per la sua partecipazione a film 'cult' di Brian De Palma, Woody Allen ecc., ma anche a "Yentl" di Barbra Streisand, per il quale ha ottenuto la 'nomination' all'Oscar come migliore attrice non protagonista), che recita il ruolo della madre di Chéri e i cui testi sono stati scritti da Tina Howe, al pianoforte Sarah Rothenberg. Il balletto narra la tragica relazione proibita, durante la Belle Époque parigina, tra un giovane e una donna molto più avanti di lui nell’età. La prima è prevista per lunedì, alle 21, al Teatro Alighieri; repliche martedì e mercoledì, alla stessa ora. Lo spettacolo è stato reso possibile grazie al contributo di Confindustria Ravenna.
La scelta di portare insieme sul palcoscenico una fusione di due romanzi – Chéri e La fin de Chéri – consente di unire l’erotismo e il dramma. Nella prima opera, del 1920, prevale soprattutto il gioco della seduzione, anche nei suoi aspetti più crudeli: quando la cortigiana Léa si convince che il distacco dal giovane Fred è inevitabile, e coglie con lucidità i primi sintomi di stanchezza dell’amante, lo lascia andare verso la giovane Edmée; ma dopo il matrimonio con la ragazza Fred ha qualche ripensamento. Il seguito è molto più duro, amaro. La fin de Chéri, del 1926, evoca i danni irreparabili della guerra sulla psiche di Fred. L’invecchiamento femminile è dipinto con tratti brutali: Léa è una vecchia obesa, imbruttita. Questo è considerato il romanzo più maturo, stilisticamente raffinato di Colette, e anche il più cupo.
Coreografa pluripremiata, tra i fondatori di Pilobolus Dance Theater e ora regista poliedrica e, per sua stessa definizione, ‘vagabonda’, capace nelle sue pièce di coniugare parola e movimento, Martha Clarke, classe 1944, ha un debole per il periodo a cavallo tra XIX e XX secolo. Infatti il suo rapporto con Colette, la carismatica autrice francese dalla turbolenta vita amorosa, non è una novità: l’incontro tra le due risale a molti anni fa, al tempo in cui anche la giovane Clarke sperimentava appetiti quasi altrettanto selvaggi e burrascosi, e si faceva sedurre dalla storia del venticinquenne Chéri e di Léa, la sua amante quasi cinquantenne. Questo ‘ritorno’ rappresenta anche una crescita personale dell’artista. “La verità – commenta Martha Clarke - è che le varie peripezie della vita ti rendono più forte. Si impara a sopravvivere. A questo punto della mia vita, l’idea di Léa che invecchia amando tanto il proprio passato quanto il presente significa molto per me: mi sono innamorata dell’idea che una donna bella e ancora giovanile accetti di invecchiare con grazia e con brio (era probabilmente ora che lo facessi anch’io!). A dare il via a tutto è stata proprio questa donna, che ama un ragazzo ma, pur soffrendo, lo lascia andare, proprio perché sa accettare il fatto che la sua vita è ormai andata troppo avanti”.
La tempistica è stata poi fondamentale e la scelta dei protagonisti un vero colpo di fortuna: “Da almeno 25 anni – ricorda ancora Martha Clarke - inseguivo Alessandra, un’artista fantastica, e due anni fa ho avuto la fortuna di riallacciare con lei i contatti. Le parlai dopo una performance di Angel Reapers, una pièce firmata da me e Alfred Uhry in scena al Joyce Theater. Da sette anni aveva abbandonato la scena, ma mi disse ‘Sono pronta per te’. Di lì a poco, mentre lavoravo con l’American Ballet Theater, vidi per caso una creatura dalla chioma corvina volare attraverso l’aria. Lo guardai portare a termine la sua sequenza, inchiodata sulla porta, paralizzata. Era Herman Cornejo, e fu amore a prima vista”. Infine, la scelta di fondere i due romanzi della scrittrice parigina ha portato necessariamente all’inserimento di un’altra figura femminile, in veste di narratrice. Ed ecco il ruolo di Amy Irving. “Abbiamo stabilito che la madre di Chéri avesse un ruolo importante, che approfondisce e dà colore alla pièce, e solo Amy avrebbe potuto interpretarla. Stranamente, Colette non sviluppa molto il personaggio di questa donna, che affida il figlio giovanissimo alla sua migliore amica Léa affinché lo introduca al linguaggio dell’amore, e poi glielo strappa via quando ritiene sia giunto il momento di farlo sposare, con una giovane donna che è lei stessa a scegliere... La madre è una fantastica osservatrice: conoscendo lei, si riescono a riempire i vuoti del carattere di lui”.
“Quando Martha Clarke mi ha proposto questo Chéri – racconta poi Alessandra Ferri – l’idea mi è piaciuta subito. Mi sono rispecchiata nel personaggio di Colette, Léa, una donna matura. La sua Léa mi piace perché accetta l’invecchiamento con serenità. Anche nel secondo romanzo, il seguito, La fin de Chéri, la ritroviamo ingrassata, coi capelli bianchi, ma sempre allegra. Martha e io abbiamo lavorato sull’emozione erotica che si sprigiona da quei libri”. E la critica newyorchese è stata unanime: “Una danza così luminosa da metterti in trance”; “Si muove con la splendida fluidità della seta ondulata dal vento”; “Trasmette delle sfumature di sentimento attraverso gesti sottili, un talento non sempre coltivato nel balletto classico”, sono solo alcuni fra i commenti pubblicati dopo la prima assoluta a The Signature Theatre (che ha prodotto lo spettacolo), nel dicembre 2013.
L'INCONTRO - Alessandra Ferri martedì alle 12 nella Sala Corelli dell’Alighieri, si racconterà al pubblico del festival ed ai giovani allievi delle scuole di danza della città e del suo territorio, incalzata dalla giornalista e critica di danza Silvia Poletti.