Il mito Titta festeggia 25 anni di carriera al Socjale e si racconta
Maestro Titta, ci racconti i momenti più alti di questi venticinque anni di carriera? Cosa ricordi con più piacere?
"Beh, sicuramente i momenti più alti comunemente intesi sono stati durante la partecipazione a X Factor, nel 2009, quando per una settimana intera la tv nazionale ha trasmesso le mie canzoni. Ma io ricordo anche la Festa dell'Unità nel '97, dove c'erano 5mila persone, e la presentazione di un album in Piazza del Popolo il 1 maggio del '95: la piazza era piena nonostante il cattivo tempo e fu bellissimo. Nell'estate 97 suonammo al Santa Fe, ed io cantai "La mille" completamente nudo invece che in perizoma: fu una scena buffissima, perchè quando i fan si avvicinarono per mettere le mille lire nello slip non sapevano dove appenderla... E poi ogni volta che canto 'Pane e prosciutto': la gente si mette a cantare e ballare. E si diverte"".
...Invece i momenti più trash?
"Un concerto a Torino, sempre negli Anni '90, in un locale al Parco Valentino: a parte una coppia di fan che era venuta apposta per noi, la platea era composta dai frequentatori di allora del Parco, prostitute e spacciatori. Ricordo che la polizia aspettò che finisse il concerto e poi fece una retata e ne arrestò una decina.
Poi ci fu anche un'altra occasione a Tredozio: cantammo e sembrava fosse andato tutto bene. Il giorno dopo c'erano affissi in piazza i manifesti con le scuse del sindaco per le parole volgari nelle nostre canzoni. Abbiamo riso molto.
A volte poi capita che gli organizzatori ti chiamino in sostituzione di altri spettacoli saltati: mi è venuto il sospetto a Cervia di recente, quando ci siamo trovati di fronte una platea di ultrasettantenni che forse avevano aspettative più vicine al liscio. Ma è andata a finire bene: cantavano tutti scatenati".
Quindi il tuo "nuovo pubblico" non è per forza fatto di giovani!
"No, infatti: ci sono anche i vecchietti di Cervia. Ma cominciano a venire fuori anche i figli dei fan storici che crescono".
Chi erano le leggendarie Fecce Tricolori?
"Dopo una prima fase "di rodaggio" con musicisti di passaggio, Alberto Albicini alle tastiere, "Roda" alla chitarra, Luca Bartolini al basso, Gabriele Palazzi alla batteria. Poi c'era il corista Totonno e Giulio Guerrini "Giulianino", che è l'unico rimasto del gruppo originale. Insieme abbiamo girato l'Italia dalla Sicilia al Piemonte con Arezzo Wave ed è stato molto bello. Poi abbiamo deciso che non volevamo adattarci agli standard imposti dalle etichette, che spesso censurano i testi espliciti, e come circuitazione nazionale ci siamo fermati. Abbiamo preferito continuare a cantare quello che volevamo e divertirci".
Il nuovo disco che presenti oggi?
"Parla di tipi da provincia: sono tutte canzoni collegate una all'altra e sono molto ironiche. Il penultimo disco era di quattro anni fa: prima di uscire, volevo un'idea nuova".
Altri progetti?
"Il cinema: ho cominciato a cantare dopo essere stato a Cinecittà perchè volevo fare l'attore. I film sono l'altra mia grande passione. Ho girato due cortometraggi come regista (L'appuntamento, nel 2012 e Catarsi nel 2015) che sono stati selezionati al Festival Internazionale Corti da Sogni. Magari un giorno farò anche un lungometraggio".
IL CONCERTO