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Tra Almagià e Darsena al via la 14esima edizione del Festival delle Culture

La maggior parte degli eventi in programma si concentreranno su come il fenomeno migratorio sia parte integrante di una società in continua evoluzione e trasformazione su tutti i fronti

“Una storia che parla di noi”: è un Festival delle Culture con una forte connotazione comunitaria, giovanile e trasversale quello che il 2, 3 e 4 luglio, si terrà a Ravenna tra le Artificerie Almagià e la Darsena di città. Dopo lo stop forzato dello scorso anno, la 14esima edizione dell’iniziativa del Comune di Ravenna – assessorato all’Immigrazione si presenta con un filo conduttore preciso: il tema principale sarà infatti l’identità. La maggior parte degli eventi in programma si concentreranno su come il fenomeno migratorio non appartenga più a una narrazione basata sul “noi” e il “loro”, ma sia parte integrante di una società in continua evoluzione e trasformazione su tutti i fronti. Un cambiamento che riguarda tutti e tutte, a prescindere dall’origine.

"Quando penso a questo appuntamento la prima definizione che mi viene in mente - ribaltando quella che può essere la prospettiva più immediata, ma anche la più miope, dalla quale osservare questa manifestazione - è quella di un festival di “cittadinanza”, perché i suoi protagonisti sono prima di tutto cittadini e cittadine di Ravenna - commenta l’assessora all’immigrazione Valentina Morigi - Tutti quanti, indipendentemente dalle loro origini, oggi sono accomunati da una cosa ben precisa; vivono la stessa città. È questa la prima esperienza che vogliono condividere, naturalmente a partire dal cammino che fin qui li ha portati, fatto di culture, tradizioni e costumi diversi, che non dimenticano e che vogliono valorizzare, anche in questo caso attraverso la condivisione, che aiuta a fare memoria delle proprie origini e arricchimento reciproco. Per questo è stato con grande rammarico che, a causa dell’emergenza sanitaria, abbiamo dovuto rinunciare all’edizione del 2020. E oggi, con grande gioia, presentiamo l’edizione 2021, che come di consueto è stata organizzata in modo partecipativo, con un grande protagonismo delle tante associazioni di cittadini e cittadine ravennati di origine straniera e non solo”.

Il Festival vedrà un’anteprima giovedì 1 luglio ai Giardini Speyer. Alle 18 è in programma “Sottosopra”, un evento di spettacoli e animazioni itineranti a cura di Citt@ttiva che vedrà esibirsi anche i ragazzi e le ragazze di Shine Parkour, Teatro Appeso e Theater Dance. Alle 21, a grande richiesta, andrà in scena un estratto dello spettacolo “Tantum Ergo. Oratorio civile per Antonella Ceci e Leo Luca Marino, vittime ravennati della strage di Bologna del 2 agosto 1980” di Eugenio Sideri, con Tonia Garante e Carlo Garavini, a cura di Lady Godiva. A seguire, danze africane a cura di Takadum.

Il Festival entra nel vivo venerdì 2 luglio all’Almagià. Dalle 17 è prevista l’apertura con il concerto del gruppo di ragazzi che hanno frequentato il laboratorio proposto da RibellArti e Acer nel pre-festival “Con-tatto”. Contestualmente, sarà visibile un’installazione artistica a cura di RibellArti, che esplora l’identità multiculturale della città. A seguire balli tradizionali rumeni a cura dell’associazione Dor. Durante l’apertura ufficiale delle 18, introdotta dall’assessora all’Immigrazione del Comune, Valentina Morigi, verrà assegnato il Premio Intercultura Città di Ravenna 2020 alla memoria di Innocente Bartoli, figura di spicco dell’associazionismo locale, scomparso nel novembre di due anni fa. Alle 18,15 Chiara Francesconi presenterà il libro “Privilegiare gli affidi. La progettazione intorno al caso Famiglie a colori” (Franco Angeli). Durante l’evento, verrà raccontato anche l’Albo delle famiglie accoglienti di Ravenna lanciato nei mesi scorsi. Alle 19 è in programma il concerto di Pedro Makay, artista originario di Bilbao, che nel 2020 è uscito con il disco “Colores”. A seguire, alle 19,45, il gruppo di capoeira Coquinho Baiano si esibirà nella tradizionale danza-lotta brasiliana, nata tra gli schiavi di origine africana delle piantagioni.

L’evento centrale della giornata sarà il dibattito delle 20,45 su identità, giovani e arte dal titolo “Non è un paese per vecchi”. La giornalista Barbara Gnisci intervisterà Djarah Kan, la scrittrice cresciuta a Castel Volturno autrice di “Ladri di denti” (People), Tommy Kuti, il rapper autore del libro “Ci rido sopra” (Rizzoli) e Boban Pesov, artista di origine macedone impegnato tra disegno, satira e fumetto. Interverrà anche l’assessora Valentina Morigi. Alle 22,15 tre generazioni di rapper si alterneranno al microfono per l’evento “CisimLabLive”, durante il quale sarà presentato il video “Dove ti senti a casa” a cura dell’associazione Il Lato Oscuro della Costa e con la partecipazione del Centro “Quake”. Conclusione del “CisimLabLive” con Moder. Chiuderà la serata il concerto di Tommy Kuty, italiano di origine nigeriana, la cui prima canzone è #Afrotaliano.

Sabato 3 luglio il Festival si apre alle 17 all’Almagià con la presentazione del progetto Abitanza-Fami CaspER II Azione 4, iniziativa alla quale seguiranno “Poesiamadre” a cura di Anolf (ore 18) e il concerto di bandura, strumento popolare ucraino, a cura dell’associazione Malva (ore 18,30). Alle 19 l’Associazione Ivoriani di Ravenna proporrà lo spettacolo “Un canto muove un ballo”. Alle 19,30 Eugenio Sideri porterà in scena “Operazione epica unplugged” a cura di Lady Godiva, dove un autore (lo stesso Sideri), un attore (Enrico Caravita) e un bassista (Massimiliano Rassu) si incroceranno per un avvincente racconto epico. Alle 20,45 Marco Aime, in passato operaio e poi giornalista freelance, oggi docente di antropologia culturale all’Università di Genova, sarà il protagonista del dibattito “Identità: un cantiere sempre aperto”. Modera Simona Pepoli. A seguire, alle 22,30 Demba Seye Gueye, il batterista jazz e polistrumentista senegalese conosciuto come Elzho, salirà sul palco con la sua musica che fonde culture griot e jazz europee.

La terza giornata del Festival, domenica 4 luglio, inizia alle 17 all’Almagià con la presentazione del teaser de “Il Moro” di Daphne Di Cinto a cura dell’associazione Oltre Babele, con la partecipazione di alcuni protagonisti. Alle 17,30, insieme ad alcune letture dal laboratorio IdentiTerre, verranno presentati i progetti fotografici e premiati i vincitori del concorso fotografico “Così lontano, così vicino”, che ha registrato una straordinaria partecipazione. Seguiranno un’esibizione a cura dell’associazione “Il Terzo Mondo” (ore 18,30), una dimostrazione di Acro Yoga a cura dell’omonima associazione (ore 19), la performance artistica a cura di Tôchi bellezza “Isola della bellezza” (ore 19,30), i balli tradizionali di Romania Mare (ore 20). Alle 20,45 è in programma il terzo dibattito su identità, lavoro e sport dal titolo “L’Italia chiamò”. Interverranno l’attivista politico e poeta Soumaila Diawara, il divulgatore scientifico creatore del canale YouTube Link4Universe Adrian Fartade, la campionessa nazionale di lancio del peso di origine camerunense Danielle Frederique Madam, il sindaco di Ravenna Michele de Pascale. Modera la giornalista Silvia Manzani. Nella serata sarà consegnato il Premio Intercultura Città di Ravenna 2021 alla sportiva Danielle Frederique Madam. Conclude il Festival, alle 22,30, il concerto della Kola Beat Band, un progetto composto da giovani talenti legati dalla passione per la musica africana.

Fuori dall’Almagià, nei tre giorni del Festival, a partire dalle 18 si alterneranno altre iniziative: il venerdì toccherà ai Tandem linguistici promossi da Cidas, Villaggio Globale, Teranga, Cpia e Intercultura; il sabato si unirà la redazione di Parola Aperta, il nuovo magazine interculturale della città; la domenica l’assemblea costituiva della Rete Interculturale sui Temi dell’Immigrazione (Riti) si incontrerà per discutere le prime iniziative. Sarà possibile, nei tre giorni, anche visitare la mostra fotografica “Prisma. I volti dell’accoglienza” sull’Albo delle famiglie accoglienti, entrare nella Escape Room “Di.Da.Ay.” con indovinelli, rompicapi ed enigmi alla scoperta dell’identità del quartiere e delle darsene del mondo, giocare con le Housing Cards di Housing First, leggere i libri della Biblioteca Holden, partecipare alla “Biblioteca vivente” proposta dal gruppo universitario ICONTACT, ascoltare la musica del deejay set di RibellArti.

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