Tra arrangiamenti e magia, arrivano sul palco le Death Valley Girls
Martedì 28 giugno, ore 21.30, nuovo appuntamento live al bagno Hanabi di Marina di Ravenna con le Death Valley Girls. Ingresso libero.Sebbene siano stati condotti studi volti a comprendere la scienza alla base della musica, la nostra inesplicabile capacità di toccare le emozioni di un altro essere umano tramite gli arrangiamenti delle frequenze sonore sembra ancora un po’ una magia. Le Death Valley Girls hanno sempre cercato di esercitare quella magia come antichi mistici, creando legami psichici con ascoltatori attenti proprio attraverso il loro rock’n’roll infuocato. “Under The Spell Of Joy”, il loro nuovo album, vi farà immergere ancora di più in questa magica energia cosmica, invitandovi tutti a essere parte attiva del processo musicale.
Le Death Valley Girls, da Los Angeles, hanno sempre cercato di brandire quella magia come antichi mistici, creando legami psichici con orecchie volenterose attraverso il loro rock n' roll infuocato. In apparenza, gli album precedenti, come “Glow in the Dark” e “Darkness Rains”, sono stati dei chiassosi mash-up di punk americano, psych rock e proto-metal, ma c'era sempre un sottofondo di stranezze, una sorta di strano e celebrativo rituale comunitario nella loro musica. Con il nuovo “Under the Spell of Joy”, la band si immerge ancora di più in quella magica energia cosmica. Il titolo dell'album, “Under the Spell of Joy”, deriva dal testo di una maglietta degli heavy psych rocker Joy di San Diego, che è stata consegnata a Bonnie Bloomgarden, cantante/chitarrista dei Death Valley Girls, la quale l'ha indossata per cinque anni di fila, trattandola come un talismano.
"La interpreto come il manifestare i propri sogni più grandi e rispondere in modo ponderato e attento a tutto ciò che si presenta sul vostro cammino con gioia e compassione - spiega Bloomgarden - Ci sono molte cose per cui arrabbiarsi nel mondo, ma la gioia è altrettanto potente se usata correttamente!". La band ha cercato di creare un disco spirituale, che Bloomgarden descrive come uno «space gospel», con l'intento di riunire le persone e creare il tipo di esperienza musicale partecipativa che si vive nei luoghi di culto. È un disco ricco di canti, cori e coralità entusiasmanti, tutti con lo scopo di incoraggiare le persone a cantare insieme. Laddove un tempo la band cercava di mettere in contatto le persone con mezzi più esoterici, adesso attinge alla tradizione secolare di unire le persone invitandole a essere parte attiva della musica.