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Una Trilogia d'Autunno sulle note di Mozart: da "Le nozze di Figaro" al "Don Giovanni"

E' tutta dedicata a Wolfgang Amadeus Mozart la nuova edizione della rassegna ravennate di opera lirica. Dal 31 ottobre al 6 novembre vanno in scena Le nozze di Figaro, Don Giovanni e Così fan tutte

1783, Vienna: un giovane compositore incontra un poeta italiano; il nome del primo è Wolfgang Amadeus Mozart, quello del secondo Lorenzo Da Ponte. È fra le più felici circostanze della storia del teatro musicale, un sodalizio che ci ha regalato quella che è da sempre, nel cuore degli appassionati, la trilogia lirica per eccellenza. E i dieci anni della Trilogia d’Autunno, che Ravenna Festival ha introdotto per la prima volta nel 2012, si festeggiano proprio con Le nozze di Figaro, Don Giovanni e Così fan tutte, che si alterneranno sul palcoscenico del Teatro Alighieri, sera dopo sera, dal 31 ottobre al 6 novembre. 

Così il Festival corona la propria XXXIII edizione con tre produzioni per le quali intreccia le forze a quelle di due fra i teatri più antichi d’Europa, lo svedese Drottningholms Slottsteater e l’Opéra Royal de Versailles. Sul podio dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini saliranno Giovanni Conti, Erina Yashima e Tais Conte Renzetti, accomunati dall’essere stati allievi dell’Italian Opera Academy di Riccardo Muti. Antonio Greco guida invece il Coro Cherubini e il Coro 1685 dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “G. Verdi” di Ravenna. Alla regia Ivan Alexandre; firma scene e costumi Antoine Fontaine, che con Alexandre cura anche le luci.

“Sono titoli diversi, ma li portiamo in scena con coerenza estetica – sottolinea il regista Ivan Alexandre, che ha firmato lavori per la Staatsoper di Vienna, il Palais Garnier e la Mozartwoche di Salisburgo – raccontando la storia dello stesso personaggio: un libertino che chiamiamo Cherubino nella sua giovinezza, Don Giovanni in età adulta e infine Don Alfonso in età avanzata. Così il giovane innamorato dell’Amore diventa un rubacuori che, una volta invecchiato, spingerà i giovani a replicare i suoi vizi di un tempo. È come se un cuore solo battesse in tre petti diversi, un ‘ciclo del desiderio’ in cui ogni titolo può esistere anche a sé stante ma il presentarne l’intera sequenza, oltre a creare un insieme coerente, conferisce un significato particolare a ciascuna delle opere. Sono tre momenti di vita amorosa realizzati con lo stesso materiale, drammi familiari in cui la vita quotidiana diventa una strabiliante avventura. Abbiamo voluto in qualche modo ritornare alla spontaneità dei teatri itineranti di un tempo: tavolini da trucco, servimuti e paraventi sono sparsi sul palco. Non ci sono quinte, nulla è appeso per aria (tranne qualche luce), non ci sono botole, solo poche strutture in legno e alcuni bozzetti su tele mobili.”

L’allestimento delle tre produzioni non è soltanto un raffinato gioco che intreccia scena e fuori scena per celebrare la magnifica “macchina” del teatro musicale, ma anche un arguto commento ai diversi dispositivi narrativi che Mozart e Da Ponte impiegano. Se ne Le nozze di Figaro (31 ottobre, 4 novembre) la scenografia cresce di atto in atto e l’azione si svolge nella parte anteriore del palcoscenico, Don Giovanni (1 e 5 novembre), nell’originale versione di Praga del 1787 perché “più chiara, naturale e vivace”, è invece rappresentata “in prospettiva”. L’eroe occupa il primo piano, mentre gli altri personaggi – il valletto, le donne, il rivale… – si ritrovano sempre nella condizione di rimanere un passo più indietro rispetto all’inarrivabile seduttore. Il protagonista si guarda alle spalle una volta soltanto, quando è colto dal dubbio per la prima volta nella vita, per pochi secondi, prima di scomparire. Infine, Così fan tutte (2 e 6 novembre) ha un andamento circolare sviluppato su due livelli: il palcoscenico collettivo e un palcoscenico centrale, dove a turno le giovani sono amanti fedeli e abbandonate, i giovani i corteggiatori; un gioco delle parti, appunto, e dei ruoli che si invertono sotto lo sguardo di Don Alfonso, maestro di cerimonie: le interpreti femminili diventano spettatrici, gli interpreti maschili la performance. Biglietti: da 20 a 75 euro.

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