Valter Malosti propone il suo Moliére, un misantropo del tutto inedito
Valter Malosti, dopo il grande successo della sua rilettura de La scuola delle mogli, torna ad affrontare Molière, e lo fa proponendo al pubblico un Misantropo del tutto inedito. Molière / Il Misantropo ovvero il nevrotico in amore è lo spettacolo che Malosti, in qualità di interprete, regista e autore dell’adattamento (insieme a Fabrizio Sinisi) presenterà al Teatro Goldoni di Bagnacavallo martedì 28 gennaio alle ore 21. Sul palcoscenico anche Anna Della Rosa, Sara Bertelà, Edoardo Ribatto, Paolo Giangrasso, Roberta Lanave, Matteo Baiardi e Marcello Spinetta.
Nel 1666 Molière debutta con il suo Misantropo: una commedia amara e filosofica, anomala e profetica, secondo molti il suo capolavoro – “un classico del Novecento”, scrive Cesare Garboli, “scritto tre secoli fa”. Il Misantropo è oggi un testo totalmente “al presente”, violento, potente, perturbante.
Una commedia tragica, venata di una forma di umorismo instabile e pericolante, che porta in sé, appena al di sotto della superficie comica, le vive ferite e il prezzo altissimo costato al suo autore: in essa emergono le nevrosi, i tradimenti, i dolori di un personaggio capace di trasformare tutto il proprio disagio e la propria rabbia in una formidabile macchina filosofica, esistenziale e politica, che interroga e distrugge qualunque cosa incontri nel suo percorso. Ma questo capolavoro è allo stesso tempo anche il dramma di un essere inadeguato alla realtà, l’allucinata tragedia di un uomo ridicolo, che si scontra con un femminile complesso e modernissimo, rappresentato come un prisma dalle tre figure di donna presenti nel testo, una sorta di misteriosa trinità. Una commedia di confine, che coglie Molière al momento di farsi buffone del Re: infatti il grande autore, nello stesso anno del Misanthrope, collabora intensamente alle feste di Saint-Germain, e da quel momento in poi si adopererà sempre più ad organizzare i divertimenti reali. Molière, come scrive acutamente Fausta Garavini, “abbandona la propria intima spoglia al suo personaggio”, forse il più autobiografico, se appunto si pensa anche al rapporto di servitù o servilismo nei confronti di Luigi XIV.
“Alceste non può vivere nel mondo e fugge nel deserto; Molière deve sopravvivere e si costituisce prigioniero, si dichiara sconfitto.” Ma allo stesso tempo dichiara, nel suo fallimento, la forza insuperabile ed eversiva della sua ribellione.
Biglietti da 25 a 12 euro.