Un anno in una stanza nella Striscia di Gaza: le foto di Nidaa Badwan in mostra
Riparte 'Quattro chiacchiere al Caffè' la rassegna al Caffè letterario di via Diaz 26 venerdì 20 gennaio alle 18 con l'inaugurazione della mostra e l'incontro con Nidaa Badwan, fotografa palestinese che presenterà il suo progetto Cento giorni di solitudine.
La fotografa Nidaa Badwan ha vissuto un anno chiusa nella sua stanza nella Striscia di Gaza dove è nata la serie di ventiquattro autoritratti dal titolo "Cento giorni di solitudine": immagini fatte di chiaroscuri quasi caravaggeschi, istantanee emotivamente inedite della frustrazione che affligge i due milioni di abitanti della Striscia di Gaza.
La mostra è stata a Gerusalemme, Montecatini Terme, a Berlino, al museo danese Trapholt, e presto viaggerà verso Ginevra.
Nidaa Badwan è nata ventinove anni fa ad Abu Dhabi ma da sempre abita nella Striscia di Gaza dove ha lasciato la madre, il padre e due fratelli. Oggi abita a San Marino, perchè sulla propria pelle ha dovuto subire un feroce oscurantismo che ha bandito la cultura, l'arte, la musica, i luoghi di ritrovo, spegnendo ogni speranza negli occhi dei giovani. «Ecco perché ho deciso di segregarmi per mesi nella mia camera» racconta Nidaa. «Non può esserci un prezzo per la libertà: noi veniamo al mondo già liberi. E se mi è negata, la costruirò nel mio spazio, per quanto angusto sia». È stata arrestata Nidaa, nel campo profughi di Deir al-Balah, dove viveva con la famiglia, dai miliziani di Hamas: non indossava il velo, ma un berretto colorato; è con un gruppo di ragazzi. Ragioni valide per strattonarla, tenerla in cella tre giorni e farle firmare a forza l'impegno di mettersi il velo. Così lei inscena la sua personale rivolta e si auto-incarcera, affidando alla macchina fotografica i ritratti di un isolamento che è uno scalciare creativo e, insieme, un silenzio purificante dalla morte e dalla distruzione di cui Gaza odora.