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Martedì, 16 Aprile 2024
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Dall'ala di Baracca alla colonia Agip, Legambiente presenta la guida all'architettura "del ventennio" in Romagna

Tra gli edifici presi in esame dalla guida l'Ala di Baracca a Lugo, appena restaurata, la Colonia Agip di Cesenatico, uno dei più rappresentativi edifici dell’epoca che continua tuttora ad avere la stessa destinazione d’uso originaria

128 pagine per raccontare la storia di decine di edifici risalenti al ventennio fascista compresi tra Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì Cesena e Rimini: è la pubblicazione “L'architettura del Ventennio” realizzata da Legambiente nell'ambito di Salvalarte, la campagna di Legambiente per far conoscere, promuovere e valorizzare i tesori d'arte da salvare, ma anche quei beni culturali cosiddetti minori, al di fuori degli itinerari turistici tradizionali e sconosciuti al grande pubblico.

Tra gli edifici presi in esame dalla guida l'Ala di Baracca a Lugo, appena restaurata, la Colonia Agip di Cesenatico, uno dei più rappresentativi edifici dell’epoca che continua tuttora ad avere la stessa destinazione d’uso originaria, oppure la Colonia Varese di Cervia, la Facoltà di Ingegneria di Bologna (opera dell'architetto Vaccaro) e lo stadio Dall'Ara, così come le scuole Alda Costa a Ferrara e Piazza Caduti della Libertà (già piazza Littoria) a Ravenna.“C’è da accettare il fatto che anche gli edifici del Fascio - ha spiegato l’Architetto Gianfranco Casadei - anche quando non possono ambire ad una purezza stilistica e formale da libro di storia dell’arte, sono ormai sulla strada per divenire presenze consolidate e nobilitate dallo scorrere del tempo, ovvero in via di purificarsi dal nesso storico che li lega alle circostanze della loro origine”.

Già Pier Paolo Pasolini negli anni '70, parlando di Sabaudia e confrontandola con la moderna società dei consumi, aveva evidenziato come “il passare degli anni ha fatto sì che questa architettura di carattere littorio assuma un carattere tra metafisico e realistico. Metafisico in un senso veramente europeo della parola, cioè ricorda la pittura metafisica di De Chirico. Realistico perché, anche viste da lontano, si sente che le città sono fatte - come si dice, un po’ retoricamente - a misura d’uomo: si sente che all’interno ci sono delle famiglie costituite in maniera regolare, delle persone umane, degli esseri viventi completi, interi, pieni nella loro umiltà”.

Il volume non ha la pretesa di una ricognizione esaustiva, puntando invece a disegnare un percorso panoramico che ha privilegiato gli edifici con caratteristiche formali ed architettoniche di pregio o che risultavano efficacemente rappresentativi della funzione e del senso storico.“Ogni fase storica, per positiva o negativa che la si voglia considerare - ha dichiarato Yuri Rambelli, Presidente del circolo Legambiente A. Cederna - produce una realtà materiale che ne riflette la fisionomia culturale e sociale. Salvaguardare gli edifici “del Fascio” non significa altro che agire in direzione di una consapevolezza culturale che pensa la conservazione mirando al senso delle cose, non ai valori che, nella mutevolezza della storia, sono di volta in volta attribuiti ad esse dagli uomini. Non dimentichiamo poi che l'architettura degli anni '20 e '30 ha rappresentato una “scuola” in cui si sono formati tutti i professionisti che poi hanno realizzato i piani di ricostruzione postbellica, soprattutto dove, come nella Bassa Romagna, molti paesi sono stati ricostruiti praticamente ex novo. Guardando i centri storici, il Municipio, la piazza e il mercato coperto di Alfonsine, così come la Casa del Popolo di Fusignano, l'impronta razionalista è evidente. La ricerca di Legambiente dimostra quindi che siamo di fronte ad un patrimonio importante che va valorizzato come merita, destinato ad ospitare iniziative culturali e sociali e non depauperato a fini meramente immobiliari”.

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