rotate-mobile
life

Subsidenza, accordo Eni-Comune. Legambiente: "Non basta per rimpiazzare la sabbia"

Legambiente già lo scorso anno organizzò un convegno a Ravenna, con la partecipazione di parlamentari, tecnici ed esperti, in cui vennero presentati i dati delle ricerche effettuate negli ultimi decenni

I circoli Legambiente Matelda di Ravenna e A. Cederna della Bassa Romagna intervengono in merito al nuovo accordo tra Comune di Ravenna e Eni per i prossimi 3 anni, che prevede 12 milioni di euro per uno studio sulla subsidenza, opere di difesa costiera, promuovere l'utilizzo del metano nell'ambito del piano energetico comunale. “Siamo stupiti - dichiarano Claudio Mattarozzi e Yuri Rambelli - che di fronte alla mole di dati già disponibili da anni, che mettono in relazione l'abbassamento del suolo con le attività umane, in particolar modo l'estrazione di acqua e metano dal sottosuolo, si debba ancora “studiare” la subsidenza. Basterebbe infatti fare una passeggiata a Lido di Dante, che sta scomparendo, oppure consultare i documenti ufficiali di Arpa e Regione Emilia-Romagna, a partire dal piano di difesa della costa, per accorgersi della gravità del problema”.

Legambiente già lo scorso anno organizzò un convegno a Ravenna, con la partecipazione di parlamentari, tecnici ed esperti, in cui vennero presentati i dati delle ricerche effettuate negli ultimi decenni, da cui risulta che se la subsidenza naturale sulla costa emiliano-romagnola può attestarsi su circa 3 millimetri l'anno, tutto il resto, con abbassamenti in alcuni casi anche di 2 centimetri l'anno, va imputato alle attività umane, tra cui l'estrazione di metano. In quella sede vennero inoltre evidenziati i costi per la collettività per riparare ai danni della subsidenza, a fronte invece delle modeste “royalties” corrisposte dalle aziende per poter trivellare in mare e terraferma.

“Purtroppo il sindaco Matteucci, benché invitato, non partecipò a quel convegno - chiosano gli esponenti di Legambiente - ma potrebbe consultare il dossier che realizzò Legambiente (e che gli fu inviato a suo tempo) utilizzando i documenti di Arpa e Regione, da cui risulta chiaro come i soldi stanziati da Eni per i prossimi 3 anni riusciranno forse a malapena a ripagare la sabbia andata persa per colpa della subsidenza. Secondo i dati di Arpa e Regione, dagli anni '50 a oggi sarebbero già andati persi sulla costa emiliano-romagnola qualcosa come 100 milioni di metri cubi di sabbia, con un danno di circa 1,3 miliardi di euro, senza contare poi i costi derivanti dalla necessità di interventi per tutelare i centri abitati e l'adeguamento delle opere di bonifica".

“Da un certo punto di vista invidiamo le certezze del Comune, che si spinge addirittura ad impegnarsi a chiedere alla Regione Emilia-Romagna di rivedere le moratorie a nuove concessioni per l'estrazione di gas - hanno concluso gli esponenti di Legambiente - noi invece abbiamo molti dubbi, non vorremmo che la prosecuzione di questo modello di sviluppo, basato sullo sfruttamento del territorio, si traducesse in un beneficio effimero e per pochi, con danni permanenti per tutti: non solo all'ambiente, ma anche all'economia di questi territori”.

SEGUITECI SU FACEBOOK, CLICCATE SU "MI PIACE"
FB-RA-2

PAGLIA - Sulla questione è intervenuto anche il parlamentare di Sinistra Ecologia Libertà, Giovanni Paglia: "Lascia sconcertati leggere che il Comune di Ravenna avrebbe sottoscritto con Eni un accordo in cui si impegna a "mettere in atto le opportune azioni affinché la Regione Emilia Romagna riveda le moratorie contenute nella delibera 547 del 23 aprile scorso. E' infatti inaccettabile e estraneo a qualsiasi logica di coalizione che un ente che dovrebbe tutelare interessi e benessere dei propri cittadini si impegni con un'azienda privata a fare azione di lobbying in suo nome". Sel, chiosa Paglia, "ha sostenuto per prima nella scorsa legislatura regionale l'esigenza di una moratoria sulla ricerca e coltivazione di idrocarburi e ritiene che non siano affatto cadute le ragioni che dopo il terremoto del maggio 2012 la resero utile e necessaria. Non abbiamo cambiato idea e in ogni ambito sosteniamo che l'Italia non abbia affatto bisogno di diventare un campo di estrazione, che servirebbe solo agli interessi delle compagnie. Abbiamo già chiesto ai nostri consiglieri regionali di vigilare affinché questa richiesta, qualora realmente venga dal Comune di Ravenna, non sia minimamente presa in considerazione".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Subsidenza, accordo Eni-Comune. Legambiente: "Non basta per rimpiazzare la sabbia"

RavennaToday è in caricamento