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Lunedì, 27 Marzo 2023
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"Neve tonda" e gelate: a rischio le piante da frutto dopo la fioritura prematura

Il colpo di coda dell'inverno rischia di compromettere la prematura fioritura delle piante da frutto, accelerata dal febbraio anomalo

Temperature al di sotto dello zero nelle aree rurali e nuovi episodi di "neve tonda" localizzati. Il colpo di coda dell'inverno rischia di compromettere la prematura fioritura delle piante da frutto, accelerata dal febbraio anomalo. La colonnina di mercurio è oscillata tra 0 e -3,7°C. "Verso le 2.00 sono giunte nuvole che hanno fermato l'irraggiamento del terreno, anche con locali precipitazioni coreografiche di graupel (neve tonda), riportando i valori sopra lo zero seppure di pochissimo - spiegano da Condifesa su Facebook -. Tra le località più fredde della notte le zone della bassa romagna (Lugo e Cotignola) ed il Faentino Forlivese lungo il corso del fiume Montone. L'attività di verifica proseguirà anche durante il fine settimana su tutto il territorio".

"Le temperature scese sottozero in tutta la provincia nel corso della nottata rischiano di compromettere anche quest'anno la produzione degli albicocchi già fioriti e di provocare danni anche a peschi e ciliegi", è la preoccupazione di Coldiretti Ravenna. Il timore ora è che il gelo notturno abbia causato danni alle coltivazioni in avanzato stato di vegetazione e fioritura, in primis agli impianti di albicocco. "L’ondata di gelo – sottolinea la Coldiretti – arriva dopo un mese di febbraio segnato da temperature superiori di 2,2 gradi la media del periodo, secondo l’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr, che hanno favorito il risveglio della vegetazione, ovviamente ora più sensibile al grande freddo".

"Già dalla mattinata di venerdì- conclude Coldiretti - abbiamo attivato un monitoraggio della situazione in campo invitando tutti gli associati a segnalare gli eventuali danni rilevati, anche con documentazione fotografica. Siamo di fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di sfasamenti stagionali e il rapido passaggio dal sole al maltempo che ha fatto perdere oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola e danni alle strutture nelle campagne. L’agricoltura è infatti purtroppo l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli".?

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