La poesia in dialetto romagnolo che salvò Tonino Guerra nel campo di concentramento
Per Guerra, che conosceva a memoria i ‘Sonetti romagnoli’ di Olindo Guerrini, il dialetto diventò un’ancora di salvezza cui aggrapparsi: ogni giorno egli recitava poesie ai compagni di prigionia, per tentare di dimenticare, seppur momentaneamente, l’angoscia e la desolazione della condizione in cui tutti si trovavano