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"2019: la ‘politica’ del futuro"

"Un millefoglie di proposte infinite, tutte bellissime e tutte valide, ma tutte parimenti confuse, un ‘mosaico’ dal disegno indecifrabile, e la partecipazione, che doveva essere la ‘ricetta della torta’, nascosta tra i molti strati della stessa"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Salita la polemica circa i denari sprecati per la candidatura di Ravenna a Capitale Europea della Cultura, candidatura che, come Movimento 5 Stelle, abbiamo sempre sostenuto con forza, partecipando a molte delle iniziative realizzate e non mancando di avanzare proposte concrete. Abbiamo iniziato, era ancora la primavera del 2011, parlando della darsena e di come puntare alla riqualificazione del quartiere, con tutte le valenze alla scala urbana e territoriale che avrebbe significato una simile operazione per il nostro territorio, per le zone di pregio ambientale, per il turismo, per l’arte e per il rilancio economico dell’intera città.

Abbiamo poi redatto proposte progettuali specifiche per la darsena e sostenuto con forza la realizzazione delle stesse, scandagliando in ultimo il nuovo POC in tutti i suoi dettagli e partecipando sempre a tutti gli incontri del processo partecipativo de “La Darsena che Vorrei”
Durante il cammino ha fatto molto piacere scoprire che stavamo dicendo le stesse cose che tante associazioni o semplici cittadini, magari molto lontani da noi, sostenevano. Ebbene, senza addentrarci nei numeri, che sono già stati evidenziati, tuttavia ritengo di poter avanzare una riflessione, se vogliamo affermare che i denari forse non siano stati spesi nella maniera più opportuna.  

A mio avviso, giacché un tema comune, un filo conduttore non era ancora emerso se non il generico ‘mosaico di culture’ da sviluppare nelle 5 tracce, se davvero questa candidatura voleva dimostrarsi ‘low cost’ (e non lo si è dimostrata affatto, pare), quale migliore scelta dell’affidarsi ai ‘fermenti spontanei’, ai ‘movimenti dal basso’ che attraversano questa confusa era politica e sociale, e che, nel nostro territorio, riscoprivano, non a caso, il legame con la grande tradizione dei movimenti collettivi nati proprio qui?

Ebbene, la “Darsena che Vorrei”, con la sua straordinaria partecipazione dei primi mesi, sfociata delle affollatissime giornate dell’Open Space Technology condotte da Marianella Sclavi a cui anche noi abbiamo partecipato con entusiasmo, era stata il primo segnale; le giornate di Agorà, altrettanto partecipate e ricche di proposte, continuavano a rimarcare questa volontà e questo sentimento di partecipazione che coinvolgeva tutti, studenti o pensionati, semplici cittadini o professionisti. Un potenziale di idee e di entusiasmo che, a nostro avviso, poteva, anzi, doveva, come tutte le cose spontanee, semplici e ‘cresciute dal basso’ essere messo a frutto in maniera economica ed efficace.

Ed invece, lo abbiamo sentito durante le presentazione delle linee guida del dossier a luglio, purtroppo, ma speriamo di essere smentiti, nulla di tutto questo. Un millefoglie di proposte infinite, tutte bellissime e tutte valide, ma tutte parimenti confuse, un ‘mosaico’ dal disegno indecifrabile, e la partecipazione, che doveva essere la ‘ricetta della torta’, nascosta tra i molti strati della stessa. Davvero peccato, crediamo, per tutti quelli che hanno lanciato, con il loro impegno in prima persona, un segnale chiaro e concreto, anche in questo caso, alla nostra Amministrazione. E davvero peccato per la nostra città e per il nostro futuro, soprattutto".

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