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73esimo anniversario della Liberazione, il sindaco deciso: "Revochiamo la cittadinanza onoraria a Mussolini"

Il sindaco Michele de Pascale, durante i festeggiamenti per il 73esimo anniversario della liberazione di Ravenna dal nazifascismo, pre-annuncia una notizia che farà certamente discutere

"A Ravenna c'è un dibattito aperto da anni: tante città, tra le quali anche Ravenna, durante il fascismo furono costrette a dare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. Qualche anno fa in consiglio comunale si aprì un dibattito sul revocare questa cittadinanza: il consiglio decise di lasciarla come "monito". Si pensava fosse archiviato definitivamente quel germe, che non si dovesse più aver paura del ritorno del fascismo: oggi, invece, questo dibattito si è riaperto in una fase in cui questi valori si sono riaffermati con forza. In piazza tornano a sventolare bandiere nere e a organizzarsi commemorazioni fasciste, ma si può essere fascisti anche in tanti altri modi, essendo razzisti o ignorando i problemi altrui, quindi io auspico che anche la nostra città possa dare un segnale chiaro revocando la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, che non è mai stato cittadino onorario di Ravenna e mai lo sarà".

Il sindaco Michele de Pascale, durante i festeggiamenti per il 73esimo anniversario della liberazione di Ravenna dal nazifascismo ad opera delle truppe alleate e dai partigiani italiani della 28esima Brigata Garibaldi, pre-annuncia una notizia che farà certamente discutere: la questione, infatti, nella scorsa legislatura era stata sollevata dal capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi, che aveva proposto la revoca della cittadinanza onoraria al duce. La maggioranza votò per il mantenimento della cittadinanza onoraria, adducendo come motivazione il rischio di fare dimenticare le nefandezze del fascismo. Ultimamente la richiesta è stata riformulata da Ravenna in Comune, in occasione dell'anniversario della Marcia su Roma.

"Oggi è una giornata molto importante per la nostra città", ha spiegato il sindaco nel discorso di introduzione dello spettacolo teatrale dedicato alla Resistenza "Aviés" di Eugenio Sideri, andato in scena lunedì mattina al teatro Alighieri davanti ai ragazzi delle scuole medie e superiori della città. "Ho pensato a come trasmettere a voi ragazzi il perchè è così importante trovarsi in questo giorno. La mia generazione ha avuto la fortuna di conoscere diversi protagonisti di quelle vicende, voi ne avrete conosciuti meno e le future generazioni, come quella di mio figlio che ha tre anni, non ne conosceranno affatto. Abbiamo liberato Ravenna, ma cosa significa la parola libertà? Oggi questa parola è associata al tempo libero: la libertà di potersi divertire, di uscire la sera, di studiare. Ma qui parliamo di un'altra libertà, per la quale ragazzi e ragazze della vostra età sono morti nella nostra città, nelle nostre famiglie, perchè gli erano negate libertà che noi non consideriamo nemmeno, che riteniamo cose scontate, come la libertà di poter esprimere la propria opinione, di professare una fede, di appartenere a un'etnia come gli ebrei, deportati e uccisi. Ragazzi costretti a fuggire, nascondersi, rischiare la propria vita, morire: questa è una cosa che noi, per quanto ci sforziamo, non riusciamo a comprendere fino in fondo. E allora quali sono, oggi, gli strumenti che possono aiutarci a capire cosa non riusciamo a comprendere del tutto? Studiare la storia? Forse. Ma c'è uno strumento più importante di tutto gli altri: l'arte. Assistere a uno spettacolo significa ricevere emozioni, che ci fanno comprendere ciò che è difficile anche se non lo si è vissuto. Oggi più che mai, con il clima di razzismo, antisemitismo, nostalgia del fascismo che sta dilagando nelle nostre comunità, come chiaramente recenti fatti di cronaca confermano, è necessario mandare messaggi chiari e inequivocabili. Si può votare qualunque partito, ma quella stagione ha umiliato la storia d'Italia e va condannata, da tutti. Per questo auspico che il consiglio comunale decida di revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini".

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