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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Acqua riconosciuta come bene comune nello statuto comunale

Nella seduta di giovedì il consiglio comunale ha approvato all'unanimità una modifica dell'articolo 2 ("principi fondamentali") dello statuto comunale, con l'inserimento della definizione di acqua quale bene comune

Nella seduta di giovedì  il consiglio comunale ha approvato all’unanimità una modifica dell’articolo 2 (“principi fondamentali”) dello statuto comunale, con l’inserimento della definizione di acqua quale bene comune. La proposta di delibera è stata presentata da Sarah Ricci, Matteo Cavicchioli e Davide Buonocore, capigruppo Sel, Pd e Idv.

Dopo il comma 5 dell’articolo 2 dello statuto comunale è stato inserito il comma 5 bis, che recita: “Il Comune riconosce che l’acqua è un bene comune, una risorsa pubblica la cui gestione non deve rispondere a logiche di profitto. Il Servizio Idrico Integrato, servizio essenziale di interesse generale, deve essere indirizzato, nel pieno rispetto dei principi di derivazione U.E., al soddisfacimento effettivo dei bisogni della nostra comunità attraverso l’erogazione di un servizio efficiente e di qualità, assicurando adeguati livelli di investimenti”.
 
La proposta di delibera è stata illustrata dalla consigliera Sarah Ricci: “Con questa delibera stiamo inserendo la definizione di acqua come bene comune nella parte dello Statuto riferita ai principi fondamentali, e in particolare nell'articolo che afferisce  ai valori della partecipazione, della solidarietà e dei diritti nella società e nel lavoro, nonchè ai principi di negazione di ogni discriminazione. È quindi chiara l'importanza che riconosciamo alla risorsa idrica, che deve rimanere pubblica per ragioni che hanno a che fare con la percezione di se della nostra comunità. In particolare ciò che ci interessa è comprendere come le novità introdotte dal referendum possano essere recepite nell'assetto gestionale del nostro servizio idrico, con particolare riferimento a competenze, ruoli e assetti gestionali di tutti gli attori che concorrono a garantire un'acqua di qualità dalla captazione alla depurazione”.

Il dibattito è stato aperto dal capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi (intervento fornito dal consigliere), che ha anticipato voto favorevole sia alla delibera così come proposta che all’emendamento, per quanto “acqua fritta”, avvertendo però che “il Comune di Ravenna non ha espresso e non ha nessuna intenzione di dare applicazione ai referendum. La modifica dello statuto di per sé non produrrà alcuna novità, servendo solo a innocue operazioni propagandistiche degli innocui partiti collaborazionisti del PD. In barba ai referendum, la gestione totale del servizio idrico resterà nei secoli ad Hera, società privata quotata in borsa, e resterà lettera morta il taglio (coi relativi rimborsi per il passato) del 7% di interessi sugli investimenti compiuti da Hera caricati sulle bollette degli utenti”.Per dichiarazione di voto è intervenuta la consigliera Elisa Renda (Movimento 5 Stelle) manifestando intenzione di voto favorevole sia alla delibera così come proposta che all’emendamento, con la motivazione che il suo gruppo, che crede fermamente nella battaglia per l’acqua quale bene comune, ritiene questa modifica dello statuto una tappa molto importante.Voto contrario all’emendamento e favorevole alla delibera è stato invece dichiarato dal capogruppo Pd Matteo Cavicchioli, che ha ringraziato i consiglieri di maggioranza dicendo che hanno saputo pervenire con serietà, pur nell’ambito di un tema molto dibattuto, a una soluzione da lui ritenuta molto soddisfacente nella direzione dell’attuazione dei risultati referendari. Cavicchioli ha concluso dicendo di ritenere che con la loro proposta il Pdl e la Lega siano voluti salire sulla ‘carovana del consenso’.

Accusa respinta da Nereo Foschini (Pdl) che a dimostrazione della sua buona fede ha anticipato il voto favorevole del proprio gruppo alla delibera, anche se non emendata come proposto dal Pdl stesso e dalla Lega Nord. Al dibattito sono intervenuti anche i consiglieri Paolo Guerra (Lega Nord) per ribadire le ragioni a favore dell’emendamento suo e di Foschini e in particolare di ritenere che il riferimento al fatto che la gestione dell’acqua non deve rispondere a logiche di mercato sia più completo rispetto alla sola affermazione che non deve rispondere a logiche di profitto; e Andrea Tarroni del Pd (intervento integrale fornito dal consigliere): “L'impianto dello statuto e dell'art 2 così come proposto dai capogruppo Ricci, Cavicchioli e Buonocore ci convince profondamente. Siamo sempre stati uniti sui principi di fondo. Ora abbiamo fatto corrispondere a quei principi una proposta condivisa che traduce nel testo identitario del nostro comune un'idea di città che si poggia sulle parole (le parole, particolarmente in questo caso, sono importanti), ma anche sui fatti che ad esse devono conseguire. Per questo asseriamo che "l'acqua è un bene comune, una risorsa pubblica la cui gestione non deve rispondere a logiche di profitto". Il fulcro è proprio qui. Il profitto è la differenza tra il valore di un bene ed il suo costo di produzione. Questo è il concetto su cui dobbiamo ragionare, non altri. Soprattutto in un comune come il nostro, il più esteso in Italia e con una rete idrica rilevantissima. Che sa garantire buoni livelli qualitativi, nonostante la nostra vicinanza al mare (cui fa il paio il problema della salinità) e la scarsità di acqua potabile di cui il nostro territorio potrebbe naturalmente disporre. Che ha bassi livelli di dispersione, che ci garantisce un rubinetto domestico fornito per 365 giorni all'anno, con una qualità costante. Cosa non scontata. Senza bisogno di andare in Sicilia, abbiamo situazioni critiche anche in regioni vicine.
Questa è un'eredità preziosa, frutto di un lavoro decennale, di una strategia che ci ha donato Ridracoli, Romagna Acque. Una vision che qualcuno, va detto, nelle legislature e nei decenni passati aveva osteggiato. Lascito che non dobbiamo disperdere, con risorse ingenti che vanno accantonate per le manutenzioni e con investimenti sulla quota di depurazione che ancora dobbiamo raggiungere.Principi, strategie e fatti.Con il valore del confronto e la consapevolezza della responsabilità di dover decidere, ancora una volta andremo avanti”.

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