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Aeroporti romagnoli, "atterraggio di (s)fortuna per la provincia di Ravenna

"Ancora una volta la Romagna è stata letteralmente schiacciata dalla prepotenza bolognese e, nel caso specifico, dall’aeroporto Marconi"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Ancora una volta la Romagna è stata letteralmente schiacciata  dalla prepotenza bolognese e, nel caso specifico, dall’aeroporto Marconi. Dopo la triste fine dell’aeroporto Ridolfi di Forlì con risultati gestionali disastrosi, si aggiunge quella del’aeroporto (definito strategico) Fellini di Rimini la cui sorte nelle mani della società di gestione Aeradria è molto simile a quella dello scalo forlivese. Insomma, è il caso di dirlo, se Atene piange, Sparta non ride. In questo scenario quasi catastrofico, la Provincia di Ravenna direttamente interessata, proprio in questo periodo, ne esce molto male. L’ente di piazza Caduti, infatti, detiene  una quota di partecipazione in Aeradria che dopo l’ aumento di capitale è pari allo 0.83%, passando cioè da euro 157.088,00 a euro  25.855,00 con una perdita patrimoniale secca di ben 131.233,00 euro.

La situazione, come si diceva, è esplosiva già da anni e in particolare nel 2011 il bilancio evidenzia una situazione di disequilibrio patrimoniale e finanziario molto critica e in forte peggioramento rispetto all’anno precedente. Soprattutto negli ultimi anni e specialmente nel 2011, si è verificato un forte incremento dei debiti verso i fornitori e debiti diversi rispetto al 2010 e, inoltre,  i piani degli investimenti sono stati disattesi in termini di risultati economici. La società in oggetto per far fronte alle esigenze di cassa ha proposto un aumento di capitale e l’avvio di contatti con alcuni istituiti di credito per ottenere ulteriori finanziamenti. Ma mentre l’aumento di capitale è andato a buon  fine per complessivi 5,6 milioni di euro (grazie anche  all’ossigeno della Regione), la richiesta di finanziamenti non ha prodotto i risultati sperati   e a tutt’oggi la società Aerardria è in attesa di ricevere dalle banche una proposta che difficilmente potrà essere positiva  alla luce  del forte debito verso gli istituti di credito lievitato  in modo esponenziale.

L’analisi del bilancio 2011, poi, mette in risalto come il patrimonio netto non sia più in grado di coprire l’attivo immobiliare e il rapporto d’indebitamento complessivo è raddoppiato rispetto al 2010, così come l’indebitamento finanziario cresce di oltre il 42%. Tra l’altro la gestione finanziaria chiude con un risultato negativo di 2.757,033 e l’esercizio rende evidente la grossa perdita di 6.203.794,00. Fra i vari fattori negativi, inoltre,  vi è da registrare anche la questione della Regione Emilia Romagna la quale è venuta meno all’obiettivo e  all’impegno di creare un sistema aeroportuale di scala regionale con lo scopo di creare sinergie fra gli scali, oltre a limitare le spese  e la con concorrenza.

L’ente regionale ha sempre partecipato alle operazioni di ricapitalizzazione di Aeradria,  considerate forse, a ragione, borderline perché di fatto configurabili più che altro come mera copertura delle ingenti perdite e non come mera operazione di ricapitalizzazione. Allo stesso modo l’annunciato accordo di collaborazione con la Repubblica di San Marino per il trasporto passeggeri e merci, è stato più volte propagandato, ma, di fatto, non ha mai avuto luogo. Una situazione, dunque, molto grave anche per la Provincia di Ravenna  cui da almeno dieci anni l’Udc ravennate chiede espressamente di dismettere le quote di partecipazione  in Aeradria, così come lo ha chiesto per altre partecipazioni che, bilanci alla mano,  si trovano in condizioni  debitorie, e sono, tra l’altro,  opinabilmente strategiche per l’ente.

I nostri timori al riguardo si sono puntualmente avverati e oggi nel bilancio dell’ente di piazza dei Caduti si registrerà una minusvalenza patrimoniale di 157.088,00, vale a dire la quota della partecipazione iniziale e con una perdita patrimoniale pari a 131.233.00 euro. Un triste epilogo, dunque, palesato dalle puntuali conclusioni della relazione degli uffici provinciali in cui non si esita di precisare, tra l’altro: “... si rende comunque opportuno segnalare  la necessità di riconsiderare l’ipotesi di vendita delle azioni (anche gratuito), cercando di coinvolgere gli azionisti pubblici e privati…”. Com’è possibile ipotizzare addirittura una cessione gratuita? Sulla base della situazione, oltretutto, si dubita fortemente che i privati manifestino interesse per una società ormai senza futuro, e, in ogni modo, alla Provincia resta un pugno di mosche e non poche  responsabilità dirette

Siamo di fronte, infatti, a una responsabilità molto grave a carico degli amministratori locali delle varie giunte di sinistra che si sono succedute, ai quali va un giudizio politico pesantemente negativo per non avere valutato con la dovuta attenzione queste pericolose situazioni deficitarie, giocando, oltretutto, in modo ostinato  con le risorse dei cittadini. Allo stesso modo si vuole anche stigmatizzare l’atteggiamento della Regione la quale avrebbe potuto porre mano da tempo  alla delicata questione degli aeroporti regionali attraverso quel Piano di razionalizzazione in un quadro organico e meno oneroso, più volte promesso e addirittura sottoscritto dai vari soggetti interessati ma mai decollato, invece  di continuare a ripianare i debiti a piè di lista".   

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