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Anche a Cervia si raccolgono firme per il referendum 'Eutanasia legale'

L’obiettivo è contribuire al raggiungimento del numero legale di 500mila firme nazionali per indire il referendum presentato dall’Associazione Luca Coscioni

Si è costituito anche a Cervia il comitato “Eutanasia Legale”. L’obiettivo è contribuire al raggiungimento del numero legale di 500mila firme nazionali per indire il referendum presentato dall’Associazione Luca Coscioni. Da sabato 31 luglio, per tutti sabati di agosto e settembre, potrete trovare il banchetto a Cervia in Piazza Carlo Pisacane dalle 9:30 circa alle 12:00 per raccogliere le firme. Possono firmare tutti i cittadini residenti nel territorio italiano, muniti di documento valido: passaporto, carta d’identità o patente. È possibile anche firmare all’Ufficio anagrafe del Comune, Via A. Ressi, 6 e Cervia Informa, V.le Roma 33.

"Il testo della proposta prevede una parziale abrogazione dell'art. 579 del codice penale - omicidio del consenziente - risalente al 1930, che impedisce in Italia la pratica dell’”eutanasia attiva”, ossia la somministrazione di un farmaco finalizzato a procurare la morte, su richiesta di un malato capace di intendere e di volere, sul modello adottato in Belgio e nei Paesi Bassi - spiegano dal comitato - Sono passati otto anni da quando l’associazione Luca Coscioni ha depositato una proposta di legge sull’eutanasia legale, sottoscritta ad oggi da oltre 140.000 cittadini e due anni dal richiamo della Corte Costituzionale al Parlamento per legiferare in tema di eutanasia”, ma il Parlamento non si è ancora espresso e manca ancora una legge che preveda la possibilità di aiuto medico al suicidio per le persone che non hanno bisogno di un trattamento di sostegno vitale per sopravvivere. Per chi dispone di tali trattamenti, è già permesso decidere di lasciarsi morire chiedendo l’interruzione dei trattamenti di sostegno vitale e il ricorso a sedazione profonda continua, che pone in stato di incoscienza fino al momento della morte. La legge, invece, non consente al medico di mettere a disposizione del paziente che ne fa richiesta a causa delle sue sofferenze trattamenti atti a determinarne la morte. Il paziente è così costretto, per congedarsi dalla vita, a subire un processo più lento e carico di maggiori sofferenze. Ciò finisce per limitare irragionevolmente la libertà di autodeterminazione del malato nella scelta dei trattamenti, compresi quelli finalizzati a liberarlo dalle sofferenze, garantita dagli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione. Il referendum Eutanasia legale garantisce la certezza della libertà per chi soffre e chiede solo di essere libero fino alla fine. Una iniziativa referendaria di civiltà. Molte famiglie hanno purtroppo vissuto o stanno vivendo momenti di sofferenza legati a malattie gravissime o ad altri stati terminali. Ognuno, in quelle situazioni, deve essere libero di decidere sul proprio corpo e sulla propria vita e questa banale considerazione deve essere assorbita anche dalle nostre normative”.

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