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Ancisi: "Basta coi consigli comunali in orario di lavoro, costano troppo"

Nella passata consiliatura sono stati spesi circa 160mila euro. "Quasi tutti - sottolinea il consigliere - sono andati alle coop e alle aziende partecipate"

I consigli comunali in orario di lavoro costano troppo. Torna la proposta che Alvaro aveva presentato nella prima seduta del consiglio comunale. Stavolta, però, il consigliere e capogruppo di Lista per Ravenna la correda di numeri.
“Nel secondo mandato Matteucci (2011-2016), quando sono stati introdotti, per iniziativa della presidente Livia Molducci, i consigli comunali in orario pomeridiano, le sedute hanno comportato un costo di circa 160mila euro per rimborsi ai datori di lavoro”.

IL PESO DEI RIMBORSI - Nella passata consiliatura i consiglieri comunali dipendenti da datori di lavoro privati erano 10, tutti della maggioranza: Ido Baldrati (coop. sociale Solco), Alessandro Barattoni (Con.Eco Trasporti), Gianandrea Baroncini (PD), Davide Buonocore (Eni-Versalis), Denis De Martino (Cooperativa Portuale), Mariella Mantovani (Start Romagna), Raoul Minzoni (Ravenna Servizi Industriali), Patrizia Strocchi (Hera), Benedetta Lippi (Agrisfera), Antonio Zampiga (Legacoop Romagna e Lega delle cooperative di Forlì-Cesena). Per loro, Palazzo Merlato ha sborsato 135.088 euro, più alcune richieste per il 2016 ancora in fase di istruttoria che potrebbero portare il totale intorno ai 160mila euro di cui parla Ancisi.
Nel consiglio comunale eletto nel giugno scorso, i consiglieri comunali lavoratori dipendenti sono 13, tre in più (10 della maggioranza, 3 della lista CambieRà, all’opposizione. “Ipotizzando lo stesso costo medio del mandato precedente – spiega il consigliere – si arriverebbe a una spesa, da qui al 2021, di circa 200mila euro”.
Sono stati confermati Baldrati, Barattoni e Mantovani.  A cui si sono aggiunti i consiglieri Marco Frati (Agenzia Minerva), Rudy Gatta (Federcoop Nullo Baldini), Maria Cristina Gottarelli (Tentamus Agriparadigma), Michela Guerra (Casa di cura San Francesco), Marco Maiolini (Viglienzone Adriatica), Silvia Quattrini (Fondazione RavennAntica), Gianluca Rambelli (Cooperativa Portuale), Fabio Sbaraglia (E Società Cooperativa), Samantha Tardi (ditta individuale Barrovecchio), Cinzia Valbonesi (Sapir).
“L’occasione – commenta Ancisi - è utile per uno spaccato sociologico del consigliere comunale di Ravenna dipendente “privato”. Nel 2011-2016, i 10 erano tutti della maggioranza. I rimborsi spesa dei 9 PD sono stati incassati in 5 casi da cooperative (Baldrati, Baratoni, De Martino, Lippi e Zampiga), in un caso direttamente dal PD (Baroncini), in altri 2 da società partecipate dal Comune (Mantovani e Strocchi), nell’ultimo da società con elevata componente pubblica (Minzoni).
Nel presente mandato, ai nuovi 10 della maggioranza si sono aggiunti 3 dell’opposizione, che tuttavia dipendono da società private in senso pieno (Guerra, Maiolini e Tardi), come accade anche in 2 casi della maggioranza (Frati e Gottarelli). Gli altri 8 della maggioranza (7 del PD) lavorano  5 nelle cooperative (Baldrati, Barattoni, Gatta, Rambelli e Sbaraglia)  e 3 in società partecipate dal Comune (Mantovani, Quattrini e Valbonesi)”.

La soluzione che propone Ancisi è quella di spostare in avanti l’orario di convocazione sia dei consigli comunali sia delle commissioni: “Non prima delle 16.30, per incidere il meno possibile sui rimborsi spesi da lavoro dipendente e sulla possibilità di assicurare la maggiore presenza dei consiglieri e del pubblico”.
 

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