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Adriatica-Ravegnana, Ancisi: "Il 2016 sarà anno zero per l’incrocio della morte"

E' quanto afferma il capogruppo di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, intervenendo sulla questione dell'incrocio denominato "della morte", quello tra la Ravegnana e l'Adriatica

"Ravenna conserva una tangenziale da terzo mondo, risalente agli anni '60, fuori sezione e con incroci semaforici pericolosissimi. Per non dire delle varianti della statale 16 a Fosso Ghiaia e tra Ravenna e Mezzano, su tratti anch’essi omicidi, mai neppure progettate". E' quanto afferma il capogruppo di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, intervenendo sulla questione dell'incrocio denominato "della morte", quello tra la Ravegnana e l'Adriatica. L'Anas ha assicurato che “le procedure di affidamento dei lavori per la realizzazione della rotatoria in corrispondenza dell' intersezione tra la strada statale 16 Adriatica, la strada statale 67 Tosco Romagnola e la strada comunale denominata via Ravegnana, a Ravenna, sono in via di ultimazione e perfezionamento. Considerata la stagione invernale in corso aggiunge l'ente strade si prevede che i lavori possano essere avviati in primavera e conclusi entro il 2016”.

"Siccome, a lavori conclusi, i collaudi impegnano alcuni mesi, ciò significa che anche il 2016 sarà anno zero per l’incrocio della morte", sottolinea Ancisi. "La rotondina non sarà mai una cosa seria - attacca l'esponente della lista civica -.  Qualche ragione c’è se, nella confluenza tra due strade extraurbane rispettivamente a doppia carreggiata e ad una, non sono ammessi gli incroci a raso, rotonde comprese, specialmente se mini. Obbligatorio sarebbe l’incrocio a livelli sfalsati. Questa soluzione non è di oggi. Il Comune di Ravenna la commissionò al prof. Alberto Bucchi nel 1996, al prezzo di circa 150 milioni di lire. Lo stesso progettista lo aggiornò in un secondo tempo al prezzo ulteriore di quasi centomila euro. Prevedeva di realizzare uno svincolo a due livelli, spostando l'incrocio ad ovest per evitare la contiguità col fiume Ronco: una grande rotatoria di base ((80 metri di diametro, contro 40 della rotondina) per il traffico nord-sud sulla Ravegnana e un cavalcavia per il traffico est-ovest sulla Classicana. Già nel 2003 l'Anas aveva inviato un preavviso di esproprio a tutti gli agricoltori proprietari dei terreni agricoli coinvolti. Il progetto, addirittura esecutivo, era stato approvato da tutti gli enti interessati e avrebbe richiesto solo dei semplici adeguamenti al nuovo codice dei contratti e alla zonizzazione sismica".

Ancisi ricorda che "vige da decenni un accordo, stabilito dalla Conferenza Stato-Regioni, secondo cui, sul monte della spesa d'investimento per lavori straordinari iscritta nei bilanci annuali dell'Anas, spetta ad ogni Regione una percentuale fissa su cui è la Regione stessa a decidere a quali opere del proprio territorio debba essere destinata. Per l'Emilia-Romagna la percentuale è del 6,25 per cento. Se il cavalcavia sull'incrocio Classicana/Ravegnana non è stato inserito, in tutti questi 20 anni, in nessuno degli elenchi annuali delle opere prioritarie da realizzare in Emilia-Romagna, è perché la Regione ha fatto altre scelte. Penalizzata è stata soprattutto Ravenna, perché in ogni altra città della regione, anche minore, le tangenziali vere ci sono: a Cesena e Forlì, le hanno fatte nuove di zecca, mirabolanti. Intervistato il giorno di Capodanno sui collegamenti infrastrutturali della nostra città, l’ing. Ezio Brini, ravennate, grande esperto del settore, ha risposto:  “Guardi i forlivesi. Sono riusciti a fare due tangenziali nuove spendendo 350 milioni di euro in 12 anni. Così oggi hanno due assi da est a ovest e da nord a sud che snelliscono la viabilità, con meno abitanti nel centro storico di quanti ne abbia Ravenna”. 

Conclude Ancisi: "Ravenna conserva una tangenziale da terzo mondo, risalente agli anni '60, fuori sezione e con incroci semaforici pericolosissimi. Per non dire delle varianti della statale 16 a Fosso Ghiaia e tra Ravenna e Mezzano, su tratti anch’essi omicidi, mai neppure progettate. Sulla Classicana, la Regione ha dato la priorità all'accesso al Consar Grar. Ognuno può capirne le ragioni politiche. Non certo di governabilità della Regione o di rapporti della Regione con Ravenna. La nostra Regione è da sempre dominata da PCI-PDS-DS-PD ed è stata presieduta tra il 1999 e il 2015 da Vasco Errani, ravennate: come i sindaci Mercatali e Matteucci, suoi compagni di partito. E non è che, dall’opposizione, per tutti questi anni, siamo stati zitti tutti.

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