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Approfondimento del Candiano, Spadoni (Udc): "Opera strategica"

"La volontà di tutti gli enti di giungere all’approfondimento del canale Candiano è stata espressa ormai da decenni"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"La volontà di tutti gli enti di giungere all’approfondimento del canale Candiano è stata espressa ormai da decenni. Opera strategica che già nel 2006 prevedeva investimenti pubblici per 120 milioni di euro oltre a consistenti risorse da privati, 240 milioni, per la realizzazione del terminal. Oggi il ministro Passera ha portato una ventata di ottimismo assicurando 60 milioni, cui seguono quelli dell’Autorità portuale con autofinanziamento, ed una parte attraverso la cassa Depositi e Prestiti, sino a raggiungere 90 milioni. Abbiamo sprecato tempo utile e i costi sono sensibilmente aumentati e, oltretutto, il nostro porto rischi giorno per  giorno di perdere competitività a favore degli altri porti, come,a d esempio, quello di Trieste con i suoi fondali di 35 metri e di Gioia Tauro. Ravenna, tuttavia, possiede un valore aggiunto rispetto ad altri scali: vale a dire la sua rete infrastrutturale se non fosse gravemente compromessa dai collegamernti spesso inagibili e in condizioni intransitabili per colpa del Comune capoluogo. Ad ogni modo l’opera in questione è assolutamente strategica  poiché consentirà di realizzare uno scalo container di livello internazionale in Adriatico, con una  probabile svolta nel posizionamento complessivo del porto ravennate, della sua economia  e come volano per l’indotto.

Nel merito della delibera sottoposta alla valutazione dei consiglieri da soli due giorni, emerge una serie di  criticità che intendo rilevare. La questione principale riguarda la gestione del materiale escavato, i vari passaggi sino alla collocazione finale. Il deposito dei fanghi di dragaggio avviene nelle quattro case di colmata, attualmente già sature, per cui occorre procedere allo svuotamento. Non si consoce lo stato di riempimento di queste vasche, inoltre non tutti i siti sono idonei per ricevere questi rifiuti. Sotto l’aspetto burocratico vi è una serie di nuove autorizzazioni, varianti, conformità al Piano provinciale di gestione dei rifiuti ma anche al Piano infraregionale per le attività estrattive le quali  richiederanno di varianti indispensabili. Insomma, è il caso di affermare come in quest’atto non vi sia nulla di certo e di determinato; siamo di fronte ad un puzle complesso che gioca sulla non chiarezza lessicale di rifiuto non pericoloso e di sottoprodotto, ma non vi sono garanzie sulle caratteristiche organiche e di sedimento,  su possibili pericoli di questi fanghi per le falde e per l’ambiente.

L’intera gestione dei vari processi – dall’escavazione alle casse di colmata  e sino al trasferimento  alle cave – esige protocolli precisi, monitoraggi e continue verifiche in corso d’opera: noi stiamo approvando questo atto senza nessuna certezza né alcun tipo di  garanzia!  Solamente per la materia riferita alle cave, sarebbe necessario un capitolo da approfondire e valutare con grande attenzione, invece si ha la sensazione che il Piano Cave in vigore rischi di diventare carta straccia. Una delibera, insomma, colma di punti interrogativi:  troppe  le incognite! D’altra parte non si può accelerare una macchina così complessa di procedure, adempimenti, oltre che di scelte non marginali come quella che investe le  cave e i risvolti di natura economica e ambientale. Servono, poi, verifiche e opportuni studi di fattibilità basati sulla sostenibilità ambientale oltre che economica. Peraltro il consiglio avrebbe dovuto  correttamente visionare i pareri più significativi degli enti preposti, a cominciare da quelli di Arpa e della Forestale, ma questo non è stato possibile.

Terminando, se si potesse scegliere per lo sdoppiamento del voto, sarebbe certamente favorevole per la finalità dell’opera, vale a dire l’approfondimento del canale. Mentre per la restante parte,  servono, come già detto, approfondimenti di altra natura, meno condizionali, più certezze, garanzie ambientali e di salubrità, dati oggettivi sulla qualità dei materiali escavati, disponibilità dei privati per quanto attiene le citate cave. Tutti elementi oggi incerti se non addirittura occulti e  oscuri  che meritano di essere adeguatamente valutati e proposti al Consiglio provinciale in sede di progettazione definitiva,  corredata da  analisi certificate e dati incontrovertibili".
 

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