Si è svolta lunedì mattina l’udienza preliminare per il procedimento per il reato di inquinamento ambientale a seguito dello smantellamento e affondamento della motonave Berkan B e del successivo sversamento di idrocarburi al Porto di Ravenna. La Berkan B è la nave non bonificata dai carburanti che si è spezzata in due a ottobre 2017.

La buona notizia, non scontata, è che sono state ammesse tutte le parti civili – Italia Nostra (presente l’avvocato Cristina Guasti), Anpana (Associazione nazionale protezione animali natura e ambiente), Legambiente Emilia-Romagna, Oipa Italia odv e Wwf. A loro va il mio personale ringraziamento per esser sempre presenti e per riuscire sempre, con costanza, ad esser presenti chiedendo con forza la risoluzione di una problematica che si protrae da lunghissimo tempo. Chi ha avuto la fortuna di assistere alla recente commissione consigliare si è accorto, o sa, del clima che si respiri in città su questa tematiche con minacce di querele, ecc…

Dopo un anno dall’inizio del bando della rimozione fummo noi a sollevare il problema in consiglio comunale con una interrogazione a cui il vice-sindaco rispose dicendo che qualcosa era andato storto e si sarebbe fatto un nuovo bando per i lavori della rimozione. Ora, il presidente Rossi, ha comunicato che la rimozione avverrà entro l’estate e i lavori saranno eseguiti dalla ditta “Fagioli”. Indipendentemente dal corso degli accertamenti giudiziari c’è un fatto innegabile: ad oggi la Berkan B e il cimitero delle navi sono nelle esatte condizioni da mesi e mesi. E questa non è una bella “fotografia” per la nostra città.

Massimo Manzoli - capogruppo Ravenna in Comune