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Case della salute, Mele (La Pigna): "Occorre migliorare l’assistenza primaria a tutti i cittadini"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Per una buona ripresa economica, occorre concentrarsi anche sulla salute dei cittadini. La pandemia da Covid 19, come già sappiamo, ha ulteriormente peggiorato la situazione sanitaria in Italia; milioni di cittadini si son visti di fatto slittare tutti quegli interventi e/o visite di routine programmate nelle quali erano collocati, con conseguenti disagi e talvolta peggioramento delle loro condizioni. Ci si sta concentrando soprattutto nella medicina del territorio e di comunità, ed è proprio da qui che se si vuole accelerare la ripresa, deve iniziare il processo, in virtù peraltro delle risorse economiche stanziate nel PNRR.

Nella realtà ravennate sono molti gli aspetti che andrebbero ottimizzati in termini di salute e benessere, uno tra i tanti sono proprio le case della salute. In Italia si è cominciato a parlarne agli inizi degli anni 2000, per poi essere prese concretamente in considerazione attorno al 2006. L’idea era quella di poter trasferire la medicina di base e i pediatri di libera scelta all’interno di una struttura più ampia basata su forme di aggregazione e integrazione tra professionisti e specialisti. L’Emilia Romagna fu tra le prime regioni a prendere in considerazione questo progetto e di fatto tra le prime regioni a istituirle.

Oggi queste case della salute sono presenti anche sul territorio ravennate, ma sono bel lontane da quei progetti che furono puntualizzati a suo tempo (apertura 7 giorni su 7 e 24 ore su 24, ambulatori specialistici ecc..). Questa modalità verrebbe pertanto inserita in un contesto di welfare locale, che consenta di ottimizzare le risorse economiche, di recuperare i tempi di attesa, di limitare ciò che chiamiamo “accesso improprio al pronto soccorso” e di conseguenza un eventuale ricovero improprio nella struttura ospedaliera, delineando un passaggio da welfare state a welfare community.

L’obbiettivo è quello di fare più prevenzione e di promuovere la salute come bene e diritto fondamentale, abbattendo notevolmente i costi di ospedalizzazioni; portare la salute a casa dei cittadini e non centralizzarla sui presidi ospedalieri tramite le cure domiciliari e le case della salute, porterebbe benefici su tutti i fronti sia a breve, medio ma soprattutto lungo termine. Con l’assessorato al welfare pertanto, ci poniamo come obbiettivo fondamentale, quello di intervenire costantemente in tutti quei processi atti a garantire e promuovere il benessere e l’assistenza primaria a tutti i cittadini, monitorando e modificando di tanto in tanto quelle scelte politiche pubbliche rivolte alla collettività, implementando i sostegni alle famiglie bisognose e ai “caregiver”.

Matteo Mele - La Pigna

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