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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Caso Idem, la Municipale consegna alla Procura i risultati delle indagini

Il capogruppo in consiglio comunale di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, fa il punto sull'inchiesta relativa alle presunte regolarità nella casa-palestra di Josefa Idem

Il capogruppo in consiglio comunale di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, fa il punto sull'inchiesta relativa alle presunte regolarità nella casa-palestra di Josefa Idem, la quale, dopo il caso scoppiato nel comune bizantino, si è dimessa dall'incarico di Ministro alle Pari Opportunità, dello Sport e delle Politiche Giovanili. "Sulla questione edilizia, la polizia municipale ha appena consegnato alla Procura della Repubblica i risultati delle sue indagini, che non conosco essendo coperte dal segreto istruttorio", premette Ancisi.

Il consigliere comunale si esprime "per la parte che interessa gli uffici tecnici del Comune, sull’accesso alla quale ho esercitato il mio diritto di consigliere comunale. La ricostruisco di seguito. Come ho fatto finora, non esprimo giudizi e tanto meno condanne e intimazioni politiche, in cui altri, ad ogni livello politico/istituzionale, si sono abbondantemente esercitati, senza apportare alcun contributo che non fosse la lettura indignata della stampa".

LE OPERE STRUTTURALI - Espone l'esponente di LpRa: "Nell’aprile 2003, la famiglia Guerrini/Idem si trasferisce dalla casa di famiglia del marito in via Carraia Bezzi 102 in quella confinante, acquistata dalla Idem, al numero civico 104. Nel luglio successivo, il Comune rilascia il permesso di costruire n. 726 per la ristrutturazione, parziale demolizione ed ampliamento dell’edificio, mediante realizzazione di un progetto unitario con quello attiguo, di proprietà di terzi, situato ai numeri 106-108. Nel corso dei lavori, sono state compiute lievi e normali variazioni del progetto, che però non sono state comunicate al Comune entro la durata triennale del permesso. L’errore è stato rimediato solo nel dicembre 2011, con la presentazione di una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) in sanatoria, che si è chiusa col pagamento di 500 euro di sanzione".

IL CAMBIO D’USO SENZA OPERE - Continua Ancisi: "L’11 giugno scorso, un sopralluogo del controllo edilizio del Comune ha però accertato che i locali a piano terra dell’immobile/abitazione, adibiti a sala attrezzi, taverna soggiorno, studio e servizi igienici e spogliatoio, erano invece a servizio di un’attività di palestra, così configurando un cambio d’uso senza opere in assenza di SCIA. Si è dunque resa necessaria un’ulteriore SCIA in sanatoria, presentata solo il 21 giugno scorso. Vi sono compresi i pluviali dell’edificio e dei condizionatori posti sotto una tettoia esistente, la cui costruzione era stata autorizzata col permesso 726 del 2003: ciò chiarisce il dubbio sul posizionamento esterno dell’impianto sollevato dal controllo edilizio nel sopralluogo dell’11 giugno scorso".

Prosegue il consigliere comunale: "Il piano terra, adibito a palestra, è di circa 170 metri quadrati. Il primo piano, che resta abitazione, è di circa 55. I parcheggi, con 8 posti auto nel cortile, di cui uno riservato ai disabili, rispettano lo standard richiesto. La palestra è accessibile ai disabili tramite una rampa. Il procedimento si concluderà, a seguito dell’avvenuto pagamento di una sanzione pari a 500 euro, non appena la specifica commissione provinciale avrà espresso il proprio parere. Se rileverà un aumento del valore dell’immobile in conseguenza del cambio d’uso, l’importo della sanzione aumenterà in proporzione, comunque di poco. La polizia municipale ha inflitto una sanzione di 154 euro per mancata presentazione del certificato di conformità edilizia e di agibilità, in tal modo sanata a termini di legge. L’agibilità stessa è stata acquisita provvisoriamente il 28 giugno 2013 col deposito della richiesta di tale certificazione, per il rilascio definitivo della quale non esistono comunque impedimenti".

Illustra ancora Ancisi: "Nella SCIA, è contenuta una dichiarazione che fa risalire al 2006 il cambio d’uso a palestra, già da prima affidata in comodato all’Associazione Sportiva Dilettantesca Canoa Kayak Standiana. Si dichiara anche che i lavori sono finiti nel 2007. Darò seguito a questa nota, avendo ora tutti gli elementi per esprimermi anche sulle irregolarità dei versamenti ICI/IMU, che non sono proprio come finora raccontate. Non ho titolo per compiere approfondimenti sulla correttezza dell’affidamento e dell’uso commerciale della palestra. Dovrebbe averli fatti la polizia municipale".

Sostiene Ancisi che "nulla può essere addebitato agli uffici del Comune, che, in ogni fase della vicenda, hanno adempiuto ai loro doveri sulla base delle norme di legge e della prassi seguita per tutti i cittadini. Concludo questa parte, dedicata agli abusi edilizi, che ci sono stati, ma di cui rilevo, onestamente, la modestia. Ognuno di noi, che si fosse affidato ad un tecnico fidando nella sua competenza e scrupolosità, sarebbe potuto incorrervi".

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