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Faenza, monta la protesta contro i nomadi. La Lega: "Cittadini indignati"

"La Giunta Malpezzi sembra impotente su questi argomenti, ma crediamo – affermano Liverani e Padovani – che si possa fare di più"

Monta la protesta contro i nomadi. "Nello scorso weekend, linee bollenti per i centralini delle forze dell’ordine, sommersi di segnalazioni da parte dei faentini di via Corbari e zone limitrofe - esordiscono il consigliere regionale della Lega Nord, Andrea Liverani e il capogruppo in consiglio comunale, Gabriele Padovani -. Questo perché il territorio è ormai caratterizzato da un assembramento di camper e furgoni, con relativi occupanti, che insozzano, gettano carte e lasciano escrementi ovunque. Senza contare le vivaci lamentele dei cittadini che vivono negli stessi condomini dove risiedono alcune famiglie nomadi. Malgrado l'amministrazione e gli enti coinvolti continuino, con ostinazione, a sostenere che, nelle vie del centro urbano, vada tutto bene".

"A dimostrare il contrario, le vivaci lamentele per un degrado crescente e l’elevato numero di segnalazioni di episodi di inciviltà - proseguono gli esponenti del Carroccio -. Non va meglio per i vicini di casa dei nomadi, cui sono stati assegnati appartamenti all’interno delle palazzine di Faenza, perché «crediamo che la gente abbia il diritto di sapere quali norme di civile convivenza seguano queste persone; visto che sembrano non rispettarne nessuna. Possibile che le lamentele dei condomini, loro vicini di casa, siano tutte campate per aria? Crediamo, onestamente, di no".

"I regolamenti condominiali si applicano a tutti i residenti e prevedono tempi precisi e limitati, rispetto alla ospitalità di persone non residenti, che invece vivono in appartamenti super-affollati - aggiungono -. Per esempio, in alcune situazioni segnalate dai cittadini stessi in via Corbari, dove è stata segnalata la continua presenza, anche notturna, di persone estranee ai nuclei familiari che risultano residenti".

"La Giunta Malpezzi sembra impotente su questi argomenti, ma crediamo – concludono Liverani e Padovani – che si possa fare di più: per esempio, intensificando i controlli degli agenti (della Polizia Municipale, di concerto con le altre forze dell’ordine), specie nelle ore notturne. Inviando una pattuglia della stessa Polizia Municipale affinché si verifichi, con puntuali e scrupolosi controlli, quante persone siano “ammassate” negli appartamenti abitati dai nomadi".

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