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Rimosso lo striscione per Giulio Regeni, scoppia la polemica social. "E' un equivoco"

Ha chiarito anche l'assessore Ouidad Widy Bakkali: "Era già negli accordi con Amnesty International sezione Ravenna di lasciarlo il fine settimana successivo alla manifestazione per i due anni della sua successione e rimuoverlo tra lunedì e martedì"

Polemica social sulla rimozione da Palazzo Merlato dello striscione "Verità per Giulio Regeni". Tutto ha avuto inizio con alcuni post pubblicati dal capogruppo in consiglio comunale di Forza Italia, Alberto Ancarani, e ripresi su Twitter dall'esponente di Liberi e Uguali, Nicola Fratoianni. Quest'ultimo ha cinguettato: "Un gesto sciocco ed offensivo. Un atto disonorevole per un esponente delle Istituzioni". Immediata la presa di posizione di Ancarani: "Non ho rimosso alcunché. Ho fotografato il commesso del comune che eseguiva ordini dell’amministrazione di centrosinistra". Ha chiarito anche l'assessore Ouidad Widy Bakkali: "Era già negli accordi con Amnesty International sezione Ravenna di lasciarlo il fine settimana successivo alla manifestazione per i due anni della sua successione e rimuoverlo tra lunedì e martedì. Lo striscione come da accordi sarà riconsegnato ad Amnesty e sosterremo sempre questa causa come abbiamo sempre fatto". Commenta ancora l'esponente di Forza Italia: "Si tratta di un gesto che avrei fatto volentieri, ma solo con la mente. E' tutto un equivoco: non ho rimosso alcunche' limitandomi a fotografare e pubblicare l'azione del commesso comunale su ordine dell'amministrazione ravennate di centrosinistra che mi risulta da tempo avesse concordato i tempi per la rimozione. Tutto qui. Mi auguro che l'onorevole Fratoianni investa il tempo per la campagna elettorale in attivita' piu' proficue per il Paese". 

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