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Centri sociali, Ravenna in Comune contro la chiusura dello Spartaco

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Nel 2019 era la Lega a voler chiudere lo Spartaco. Aveva denunciato il centro sociale autogestito come se fosse una sorta di attività di copertura per lo spaccio di droghe ("studenti, attirati dal mito della libera comune che vengono “risucchiati” nel buco nero di alcool e/o droga, perdendo di vista il loro percorso scolastico"). Come Ravenna in Comune ci dichiarammo immediatamente contrari e vicini allo Spartaco. Poiché proveniva dalla Lega il tentativo non andò in porto.

Ora invece apprendiamo dal Collettivo che lo gestisce che "il Comune di Ravenna ha recentemente comunicato alle firmatarie e firmatari concessionari, di voler far decadere anticipatamente (al 16 dicembre 2021) la convenzione dello spazio ledendo ad un’importante risorsa per Ravenna e la Romagna tutta".

Come detto, non è certo il primo tentativo di chiudere lo spazio. Ci hanno provato più volte le destre per via istituzionale, ma qualcuno ha avuto anche la mano più pesante, con incendi e furti. L’ultimo è avvenuto pochi giorni fa presso la biblioteca transfem di Non una di meno Ravenna che proprio dentro il centro sociale ha sede.

Cos’è lo Spartaco? "Uno spazio che negli ultimi venti anni è diventato un riferimento per lə giovani del territorio, per i movimenti politici ma anche per artistə, musicistə, associazioni e gruppi informali che hanno trovato ospitalità e strumenti per mettere in campo le proprie abilità". E allora il collettivo invita "ad aderire alla mobilitazione #SpartacoResiste e partecipare all’assemblea pubblica di domenica 5 dicembre alle ore 14:30 presso il Parco della Rocca Brancaleone a Ravenna per condividere assieme le strategie possibili per difendere lo spazio".

Come Ravenna in Comune eravamo a fianco dello Spartaco nel 2019 e lo siamo anche oggi. Chiediamo con urgenza che il Sindaco e l’Assessorato competente forniscano gli indispensabili chiarimenti su quanto affermato dal centro sociale e comunque confermino la continuazione delle attività del centro sociale nelle stesse forme autogestite fino ad oggi intervenute.

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