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Grattacielo di Cervia, la denuncia dei grillini rimbalza in Senato

Il Movimento 5 Stelle porta il "caso grattacielo" di Cervia in Senato: "Le nostre senatrici Michela Montevecchi e Maria Mussini hanno infatti interrogato i Ministri dei Beni culturali, dell’Economia e delle finanze e dell'Ambiente e della tutela"

Il Movimento 5 Stelle porta il "caso grattacielo" di Cervia in Senato. "Le nostre senatrici Michela Montevecchi e Maria Mussini hanno infatti interrogato i Ministri dei Beni culturali, dell’Economia e delle finanze e dell'Ambiente e della tutela del mare perché qualcuno ci spieghi come sia possibile che un’amministrazione svenda terreno del demanio, per altro sotto tutela dei Beni culturali, a una società che ha intenzione di deturparlo in spregio a tutte le norme e i vincoli ambientali, con la costruzione di un vero e proprio ecomostro", evidenzia Andrea Defranceschi, Capogruppo del Movimento 5 Stelle Emilia-Romagna.

"Perché l'amministrazione di Cervia di non ha fatto valere il diritto di prelazione sulla vendita dei beni demaniali come invece sarebbe stato in suo potere fare? - si chiede Defranceschi -. E soprattutto: che posizione prendono le istituzioni di fronte all’esproprio e allo sfratto delle famiglie e degli eredi dei salinari, ivi residenti? Nel dicembre del 2003 infatti, il Demanio vende a Fintecna, società immobiliare di diritto privato e a capitale interamente pubblico, un ingente patrimonio nel comune di Cervia che comprende gran parte del centro storico della città, terreni e immobili per 6.000 mq situati a Milano Marittima e la Colonia Montecatini, nella stessa località, di 60.000 metri quadrati".

"Area tutelata dal Ministero dei Beni Culturali e su cui quindi il Comune di Cervia avrebbe potuto esercitare il diritto di prelazione. Facciamo notare che la vendita delle proprietà demaniali a Fintecna avviene nonostante il Comune di Cervia avesse già un accordo con il Demanio finalizzato all'acquisizione a titolo gratuito delle proprietà sopra indicate - chiosa l'esponente grillino -. Il comune non si oppose alla vendita. Perché? Opera per realizzare la quale si corrono, non da ultimo, significativi pericoli derivanti da opere di scavo effettuate a ridosso dell'arenile di Cervia – come peraltro già espresso dal Servizio Tecnico di Bacino Romagna. Vorremmo proprio sapere come si pongono i ministeri preposti a riguardo: non viene il dubbio che interventi di tale portata possano pregiudicare, anziché tutelare, conservare e valorizzare,  un territorio così caratteristico dal punto di vista storico, ambientale e paesaggistico?".

"E’ bene ricordarlo: 18 piani per 200 appartamenti, 50 esercizi commerciali e tre piani di parcheggi interrati a meno di 50 dalla riva del mare - aggiunge Defranceschi -. A costruirla, anche questo giova ricordarlo, una società partecipata delle nostre care cooperative, la Pentagramma Romagna spa (composta al 50% dalla Eagle, una partecipata del Consorzio Regionale delle Cooperative costruzioni, mentre l’altra metà appartiene appunto alla Fintecna). Come sempre più spesso sta accadendo, i cittadini si muovono prima delle istituzioni, e il "Comitato Abbasso Il Grattacielo e Viva la Città Giardino” appositamente costituitosi, ha chiesto tra le altre cose l’avvio di un referendum abrogativo della delibera che dava mandato al sindaco di Cervia di trattare per realizzare l’accordo di programma; la Commissione tecnica ha invece dichiarato inammissibile il referendum con argomentazioni a parere degli interroganti poco convincenti".

"Non solo - prosegue Defranceschi -. Gli inquilini abitanti nelle case della cinta muraria di Cervia si sono costituiti in un Comitato che rappresenta 60 delle 70 famiglie coinvolte e che ha diffidato sia Fintecna che Pentagramma Romagna Spa dal trattare la disponibilità degli alloggi non potendone vantare la proprietà e  sostenendo che tutti gli atti di vendita di fatto sarebbero nulli. Sarebbe molto grave se così fosse, per molti livelli dell’amministrazione e per tutti i soggetti coinvolti. Persino per il notaio"

"La Regione già interrogata sulla questione da me il 29 maggio, per parte sua ha ritenuto di poter evitare di rispondere, lavandosi le mani della questione e scaricandola sull’amministrazione comunale di Cervia. E così, ci ha costretti a scavalcarla. Vediamo ora cosa ne pensano i Ministeri che gestiscono la cosa pubblica: fra il bene paesaggistico e il bene cementizio, chi prevale? E soprattutto:è veramente accettabile che l’amministrazione pubblica svenda il nostro patrimonio alle operative?”, conclude il consigliere regionale.

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