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Consigli territoriali, l'accusa: "Il Pdl vende il mare al Pd". Chieste le dimissioni di Giuseppe Fantini

I consiglieri territoriali Pierluigi Bucchi e Pasquale Minichini (Lista per Ravenna), Paolo Cornacchione (Movimento 5 Stelle) e Luca Rosetti (Lista del Mare) hanno presentato un ricorso contro l'elezione del vice-presidente di del consiglio territoriale del Mare

I consiglieri territoriali Pierluigi Bucchi e Pasquale Minichini (Lista per Ravenna), Paolo Cornacchione (Movimento 5 Stelle) e Luca Rosetti (Lista del Mare) hanno presentato un ricorso contro l’elezione del vice-presidente di del consiglio territoriale del Mare, avvenuta il 4 luglio scorso, Giuseppe Fantini del PDL. Gli esponenti dei movimenti politici di opposioni richiedono "l’annullamento di tale elezione, in quanto viziata da manifeste violazioni del regolamento comunale sui consigli territoriali".

Il ricorso è stato presentato alla presidente del consiglio stesso, Alice Maraldi, del Pd, eletta in precedenza nella stessa seduta, e al direttore generale del Comune di Ravenna, Carlo Boattini, quale responsabile del servizio Decentramento. "In effetti - esordisce Rosetti - il regolamento richiede come requisito minimo per l’elezione dei presidenti e dei vice-presidenti di tali consigli il voto favorevole della maggioranza dei consiglieri presenti. La votazione con cui la presidente Maraldi ha dichiarato eletto il vice-presidente, avvenuta con la presenza di 18 consiglieri, ha registrato su Fantini solamente 6 voti, anziché 10. Tale elezione è dunque da annullare e da rifare alla prossima seduta".

Illustra Rosetti: "Il ricorso contiene però anche la seguente riserva: “I sottoscritti avanzano fin d’ora la riserva secondo cui, all’atto della nuova elezione del vice-presidente del consiglio territoriale del Mare, sia rispettata anche la norma di cui all’art. 33, terzo comma, del regolamento: ‘Nella scelta del Presidente e dei Vice Presidente deve essere garantita rispettivamente la rappresentanza dei gruppi di maggioranza e di quelli di opposizione’. In assenza di esplicitazioni, la norma non può che intendersi riferita ai gruppi di maggioranza e di opposizione manifestatisi all’atto dell’elezione della presidente. Siccome la presidente ha ricevuto il voto favorevole dei gruppi PD, PDL e SEL, l’elezione del vice-presidente è riservata esclusivamente ai componenti degli altri gruppi consiliari del Mare”".

"IL MALDESTRO PATERACCHIO" - L'esponente di Lista del Mare mette "in luce l’aspetto grave di quanto finora successo. Siccome il PDL ha votato a favore della presidente del PD, rientrando dunque nella sua maggioranza, la candidatura del PDL non avrebbe dovuto essere presa neppure in considerazione, rispetto a quella di Pasquale Minichini proposta dai tre gruppi di opposizione, LpRA-M5S-LdM, e sostenuta anche dal consigliere dell’Italia dei Valori, per un totale di cinque voti. Per fare arrivare Fantini a sei voti, sono andati in soccorso dei tre consiglieri del PDL due consiglieri del PD e la consigliera di SEL. Al di là della modestia della posta in gioco, inferiore a quella del classico piatto di lenticchie, noi denunciamo il senso politico miserevole del contratto di compravendita del consiglio territoriale del Mare tra il PD e il PDL locale: “Io voto il tuo presidente e tu voti il mio vice”".

"Sotto la cappa del regime che governa Ravenna da 44 anni, il territorio del Mare è l’unico che, per le tante malefatte subìte, ha dato all’opposizione, nelle elezioni di riferimento, le comunali del 2011, la maggioranza dei voti e un pari numero di 10 consiglieri - aggiunge ancora Rosetti -. Solo perché la Lega Nord ha rinunciato al consigliere territoriale cui avrebbe avuto diritto, il rapporto si è sbilanciato a 9 contro 11. Considerato, tuttavia, il voto favorevole del consigliere IdV a Pasquale Minichini, le forze si sarebbero riequilibrate. Il PD non avrebbe dunque mai potuto “riconquistare” il territorio del Mare se il PDL fosse rimasto dalla giusta parte".

Conclude Rosetti: "Pur di aspirare ad un’inutile poltroncina di vice-presidente (e impossibile da pretendere dopo aver votato la presidente espressa dal PD), il PDL non ha esitato a fare maggioranza con chi su questo stesso territorio porta le più gravi responsabilità di malgoverno: sugli scandali di Marinara e di Porto Reno, sulla devastazione delle pialasse Baiona e Piomboni, sulla mala gestione dell’arenile, delle pinete e delle pinetine, sulle cementificazioni degli abitati, sulle ordinanze ballerine del sindaco, sullo sballo in spiaggia, sulle disastrose politiche turistiche del litorale, ecc. ecc. Complimenti ai “comunisti” e “agli anticomunisti” per definizione".

LA REPLICA - “Si sta facendo una polemica su un dato di fatto consolidato. E contemporaneamente scatta la gara su chi sia la ‘vera opposizione’. Ci siamo mossi in questo modo per garantire subito l’operatività del Consiglio territoriale”, afferma Alice Maraldi. “Il ricorso, riferito al numero dei consiglieri che hanno votato – spiega Minardi – è stato presentato sia a me, sia al direttore generale del Comune. Le verifiche ci saranno e risponderemo quindi al consiglio. Intanto, però, abbiamo deciso di continuare a lavorare: il consiglio è stato eletto e si è insediato, perché bloccarne l’operatività?”.

Maraldi nega poi che esista un’alleanza Pd-Pdl per “governare” il Consiglio del mare e mettere all’angolo la “vera” minoranza. “È normale - continua Maraldi - che si affidi a un esponente della minoranza la vicepresidenza di un organismo elettivo. Succede in Comune e in Provincia, come alla Camera e al Senato. Per altro il gruppo Pd si è astenuto al momento del voto, a eccezione di due consiglieri che hanno deciso di votare a favore di chi, nella minoranza, conta il maggior numero di consiglieri, il Pdl appunto. Questo per evitare lo stallo, visto che gli altri della minoranza sembravano non disponibili a sostenere il candidato appunto del Pdl. Questo non vuol dire che a Marina di Ravenna esista un’alleanza, un patto, fra Pd e Pdl”.

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