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Il Consiglio comunale approva l’assestamento di bilancio

Nella seduta di giovedì il consiglio comunale ha approvato una manovra di assestamento al bilancio di previsione 2011. La delibera è stata illustrata dall’assessore al Bilancio Valentina Morigi

Nella seduta di giovedì il consiglio comunale ha approvato una manovra di assestamento al bilancio di previsione 2011. La delibera è stata illustrata dall’assessore al Bilancio Valentina Morigi. Durante la replica l’assessore Morigi ha detto che “è naturale, quando si tratta del bilancio del Comune, parlare delle scelte finanziarie del governo: sono questioni strettamente collegate.

“Il fatto che l’Anci in maniera trasversale stia seriamente valutando un ricorso alla Corte costituzionale dovrebbe farci superare qualsiasi barriera ideologica e porci tutti di fronte a una domanda: come possiamo continuare a rappresentare gli interessi della nostra comunità? Perché non si può da una parte continuare a chiedere sacrifici agli enti locali e dall’altra nominare nove nuovi sottosegretari, come recentemente accaduto”, ha aggiunto Morigi.

Per l’assessore al Bilancio “si commette un altro errore quando si ascrive la responsabilità di questo assestamento al buco del Consorzio dei servizi sociali. Il taglio delle spese statali e l’aumento delle spese dell’ente ci sarebbero stati comunque. Diverso sarebbe stato il modo di affrontarli, perché avremmo potuto impiegare l’avanzo di amministrazione del 2010. Siamo consapevoli che questa manovra, che ci vede coprire spese correnti con parte delle plusvalenze derivate dalla vendita di patrimonio pubblico, è eccezionale. Sappiamo però anche che molti Comuni, anche di centrodestra, impiegano già da tempo la stessa soluzione, addirittura in sede previsionale”.

Per  Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna) “la manovra di stabilizzazione finanziaria approvata dal Parlamento, oltre al merito di contrastare la deriva di una crisi economica gravissima che minaccia di trascinare l’Italia sulle sponde la Grecia, verso il fallimento, entra rovinosamente nelle tasche delle famiglie, senza sfiorare quelle della casta politica, e grava squilibratamente sui bilanci di molti Comuni. Ma se c’è uno che non ha ragione di stracciarsene le vesti questo è il Comune di Ravenna.

 “Esistono molte ragioni che possono rendere necessario un assestamento di bilancio – ha affermato Sarah Ricci (Sel) - Quella a cui assistiamo oggi è la peggiore, e tanto nitida da non poter essere messa in discussione. Il governo ha deciso di far pagare agli enti locali il prezzo della crisi, così come alle lavoratrici e lavoratori pubblici e privati, alle studentesse e studenti universitari, alle pensionate e ai pensionati, all'intero ceto medio”.

 “In realtà i riflessi della recente manovra del governo su questo assestamento sono minimi – ha detto  Alberto Ancarani (Pdl) - Il punto è invece che con il consuntivo 2010 il Comune ha dovuto iniziare a ripianare il debito del Consorzio dei servizi sociali e per questo l’avanzo del 2010 si è ridotto considerevolmente, al punto che in questo assestamento vengono utilizzate plusvalenze da vendite di patrimonio immobiliare per coprire spese di parte corrente. Probabilmente senza il buco del Consorzio questo assestamento non sarebbe stato necessario o lo sarebbe stato in misura molto inferiore. Bisogna dire la verità e non dare al governo Berlusconi responsabilità che non ha”.

 “Checché se ne dica questo assestamento trova origine nei tagli del governo agli enti locali (l’anno scorso i ministeri hanno subito tagli per 3 miliardi, gli enti locali per 15) che priverebbero i cittadini di servizi fondamentali e di qualità, se l’amministrazione comunale non cercasse responsabilmente una soluzione. La nostra priorità politica è quella di mantenere i nostri servizi e la loro eccellenza e ad essa assolviamo con questo assestamento”, ha affermato Gianandrea Baroncini (Pd).

Learco Tavoni (Lega Nord) ha contestato il passaggio dell’intervento della consigliera Ricci sull’appoggio della Lega “ad un governo di indagati per mafia, corruzione e altri simili reati” come “prezzo da pagare per il federalismo”: “Voglio sottolineare – ha detto a questo proposito Tavoni – che nessuno ha messo in galera tanti malavitosi quanti gliene ha messi il ministro Maroni, che è appunto leghista”. Il consigliere ha poi detto di ritenere che “il taglio di un milione di euro relativo ai costi della politica deve essere riferito non solo alla riduzione del numero dei consiglieri comunali ma anche a quella del numero degli assessori, e dei relativi staff, e all’abolizione delle circoscrizioni. E’ quindi pienamente giustificato. Quello che emerge a mio parere da questo assestamento è che si accusa il governo perché non si sa amministrare”.

Alberto Fussi (Pri) ha detto che “volendo riferire il taglio di un milione di euro anche alla riduzione del numero degli assessori e all’abolizione delle circoscrizioni, cosa che comunque la legge non fa, attribuendolo solo alla riduzione del numero dei consiglieri comunali, si arriverebbe al massimo sui 440mila euro e il taglio di un milione non si giustificherebbe comunque”.

Diego Rubboli (Federazione della sinistra) ha espresso parere favorevole all’assestamento e ha voluto ricordare che “per quanto riguarda il disavanzo del Consorzio nessuno si è appropriato di risorse pubbliche ma ci sono state spese in più a fronte di servizi erogati. Il problema per il futuro sarà che i servizi dovranno essere garantiti con meno risorse”.

Pietro Vandini (Movimento 5 Stelle) ha anticipato il proprio voto di astensione e si è detto d’accordo sul fatto che l’assestamento sarebbe servito “indipendentemente dal buco del Consorzio”, ma anche sul fatto che “la norma relativa al taglio da un milione di euro alla voce costi della politica non riguarda solo la riduzione del numero dei consiglieri ma anche quella del numero degli assessori e l’abolizione delle circoscrizioni”.

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