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Contributi ai disoccupati del Comune di Ravenna: tutto da rifare

Gli emendamenti e le anomalie evidenziate durante la discussione fanno tornare le linee di attuazione in Commissione

Contributi ai disoccupati del Comune di Ravenna: tutto da rifare. Gli emendamenti e le anomalie evidenziate durante la discussione fanno tornare le linee di attuazione in Commissione. Sulla questione è intervenuto il capogruppo in consiglio comunale della Lega Nord, Paolo Guerra: "Alcuni colleghi consiglieri si sono complimentati per gli emendamenti e per la discussione che ho introdotto sulle “Linee di attuazione per l’erogazione dei contributi ai disoccupati del Comune di Ravenna” posta in votazione nella seduta del Consiglio Comunale e che hanno portato la maggioranza e l’Assessore, per la prima volta in cinque anni, a ritirare la delibera per tornare in Commissione".

"In realtà ho provato anche un po’ di amarezza in quanto, se da un lato sono emersi tutti i limiti di un dispositivo che si sarebbe rivelato confuso e sbagliato, dall’altro lato si sono posticipati i tempi di apertura del bando e l’erogazione dei contributi - ha evidenziato l'esponente del Carroccio -. Ma la responsabilità di tutto questo è della maggioranza, di coloro che hanno voluto, torto collo, portare i criteri per l’erogazione di 300mila euro di contributi in consiglio comunale, senza rivedere e approfondire le tante contraddizioni emerse in commissione. Lacune emerse anche dalle risposte scritte ai miei emendamenti alcune delle quali addirittura parziali. E’ impensabile difatti il rifiuto al mio emendamento che, tolti gli Isee più bassi, a parità di graduatoria, tutelava la cittadinanza italiana. Rifiuto che poggia nella sfuggente motivazione che recita: “… pare non sia in linea con le norme europee …”. Che discorsi, o è in linea o non è in linea".

Per Guerra "è paradossale che alla mia richiesta di una dichiarazione del Centro dell’Impiego che il disoccupato non abbia mai declinato una offerta di lavoro, gli uffici ritengano di togliere addirittura il requisito di iscrizione introducendo una autodichiarazione dello stato di “non occupazione”. Richiamando peraltro il jobs act emanato da poche settimane, nel quale però si legge che l’autodichiarazione si applica per l’erogazione di prestazioni sociali. Ma qui parliamo di contributi alla disoccupazione e non di assistenza o di agevolazioni a servizi scolastici o socio sanitari. E l’obbligo inserito per i beneficiari di iscriversi a Laboriosamente introdotto nel dispositivo? Non contrasta con la libertà di scelta o la privacy delle persone? Non appare come una forma di do ut des a coloro che, in condizioni disagiate, richiedono un contributo sancito dalle Leggi? Pur riconoscendo l’importanza del volontariato e la mission di questa associazione, trovo sia totalmente ingiusto imporre ai disoccupati di iscriversi. Denuncio, infine, che la versione definitiva delle linee di attuazione è stata distribuita la stessa mattina del consiglio, impedendo di intervenire anche sulle modifiche che i consiglieri del Pd, evitando la presentazione degli emendamenti, erano riusciti a far introdurre direttamente dall’sssessore".

"Il Pd ha incredibilmente e colpevolmente sottovalutato questa delibera - ha concluso Guerra -. In qualità di consigliere comunale in rappresentanza della Lega Nord Romagna ritengo di aver evitato che questi contributi andassero ai furbetti (per usare un termine caro al Sindaco) e a coloro che non necessitano di un sostegno favorendo i cittadini ravennati che realmente  necessitano di un sostegno economico. La delibera sarà senza meno migliorata con un altro passaggio in commissione".  
 

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