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Coronavirus, la Lega: "Serve un cambio di passo per non uccidere il commercio"

"Con le restrizioni legate all'emergenza Covid, molti imprenditori hanno dovuto rallentare, modificare e alcuni hanno preferito fermare le proprie attività, ma tasse e burocrazia rimarranno"

"L'emergenza Covid ha stravolto le nostre vite e le nostre abitudini e il lockdown voluto dal Governo, con la chiusura degli esercizi non indispensabili, aggraverà inevitabilmente una sofferenza nella quale le attività versavano già da anni". A parlare è Enrico Zini, capogruppo della Lega in Bassa Romagna: “Ne è esempio in Unione il lento ma inesorabile svuotamento delle centrali vie Mazzini a Lugo e Bagnacavallo (i 2 comuni più popolosi) - spiega Zini - Il problema è annoso e nel tempo si sono aperti tavoli tra le associazioni di categoria e le amministrazioni, senza che però si arrivasse ad una soluzione dei problemi, anzi, in alcuni casi,  sono state prese decisioni scellerate come quella di sacrificare posti auto e dehor, contro il volere degli esercenti, sostenuti dalla cittadinanza. E' un fatto di mentalità. L'imprenditore è spesso considerato, a almeno così si sente, una “vacca da mungere”, intrappolato tra tasse e burocrazia. Con le restrizioni legate all'emergenza Covid, molti imprenditori hanno dovuto rallentare, modificare e alcuni hanno preferito fermare le proprie attività, ma tasse e burocrazia rimarranno".

"È giunto il momento di cambiare paradigma, per gli imprenditori e per i paesi stessi - spiega Zini - Il principio ispirante dovrà essere quello per il quale un imprenditore offre un servizio che, al di là del tornaconto di esercizio, arricchisce anche l’immagine e l’offerta del territorio. Abbiamo presentato un ordine del giorno in Consiglio affinché la Giunta dell'Unione dei Comuni della Bassa Romagna, in particolare il sindaco Bassi con delega alle attività produttive e i sindaci tutti con riferimento ai propri Comuni, dia seguito alle richieste espresse nei vari tavoli con le associazioni di categoria, promuovendo un piano integrato che rilanci il Commercio nei nostri paesi che dovrebbe prevedere come minimo dare seguito ai tavoli già aperti con le associazioni di categoria; 6 mesi bianchi tra tesse e affitti di locali di proprietà dei Comuni; un unico regolamento per l’utilizzo degli spazi pubblici, con procedure chiare e semplici da seguire e oneri calmierati rispetto al mercato immobiliare attuale; regole chiare dettate dalla Polizia locale e altrettanto chiare sanzioni per chi trasgredisce; tributi locali rivisti e corretti al ribasso, sopratutto la Tari che è un peso ormai insostenibile per i pubblici esercizi; accesso facilitato ai centri storici in termini di parcheggi, con misure innovative del tipo “acquista nei negozi del centro e ricevi una sosta gratuita di “x” minuti/ore per la prossima volta”. Alcuni Comuni tra cui Ferrara hanno già mosso dei passi in questo senso sospendendo locazioni e tasse. È necessario uno sforzo di bilancio per tenere aperte le attività e quindi vivi i centri cittadini".

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