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Ravenna avrà un comitato antifascista: il sindaco chiama a raccolta consiglieri e associazioni

De Pascale annuncia l'incontro finalizzato alla costituzione del Comitato antifascista di Ravenna: e se da una parte l'invito ha trovato risposta positiva, dall'altra c'è invece chi non l'ha accolto allo stesso modo

Il sindaco Michele De Pascale lo aveva annunciato già a fine ottobre, durante una fiaccolata antifascista in centro storico: "L'ideologia fascista si è espansa ed è arrivata alle persone, per questo credo sia necessario che Ravenna si doti di un comitato unitario antifascista con tutti i movimenti e le forze politiche antifasciste, per condividere azioni in difesa della democrazia e della costituzione e per sovvertire il razzismo". E oggi la creazione del comitato pare essere vicina alla realizzazione concreta.

In una lettera a firma del primo cittadino, inviata martedì 8 maggio a gruppi consiliari e associazioni varie, si legge infatti che lunedì 14 maggio alle 20.30, alla sala D'Attorre di Casa Melandri, si svolgera un incontro-confronto aperto alla cittadinanza e finalizzato alla costituzione del Comitato antifascista di Ravenna. "E' da molto tempo che proponiamo la creazione di questo comitato - commenta soddisfatto Carlo Boldrini, presidente della Consulta antifascista di Ravenna - Il sindaco si è sempre dichiarato favorevole e ora ha provveduto all'organizzazione dell'incrontro, chiamando a raccolta consiglieri ma anche organizzazioni e associazioni che, in un modo o nell'altro, si sono pronunciate a favore dell'antifascismo organizzato sul territorio". "Subito prima delle elezioni, durante una seduta del consiglio comunale, tutte le forze politiche presenti hanno fatto una dichiarazione spontanea confermando il loro antifascismo, quindi credo che ci siano i presupposti perchè tutti aderiscano a questa iniziativa senza creare grosse polemiche - spiega il capogruppo in consiglio di Ravenna in Comune Massimo Manzoli - Ora sarà compito e responsabilità di chi tiene le file di questa proposta, e quindi del sindaco, fare in modo che si crei un organismo il più aperto e coinvolgente possibile per attuare eventuali azioni e pratiche antifasciste in modo serio e concreto, secondo necessità"

Se da una parte, dunque, la lettera ha trovato risposta positiva, dall'altra c'è invece chi non l'ha accolta allo stesso modo. "Quest'azione è lontana anni luce dai reali problemi dei cittadini - commenta il consigliere di Lega Nord Gianfilippo Nicola Rolando - Prenderemo atto delle priorità del sindaco, ma a questo punto forse dovremmo ripudiare anche il comunismo, magari partendo proprio dalla costituzione, per par condicio, di un comitato anticomunista". "Per de Pascale la soluzione che risolverà tutti i problemi di Ravenna è la costituzione del comitato antifascista - commenta ironica Veronica Verlicchi, capogruppo della Pigna in consiglio comunale - Noi siamo fortemente contrari a ogni forma di estremismo, sia che venga da destra che da sinistra: riteniamo però che ad oggi le priorità della nostra città siano ben altre". "Il nostro sindaco chiama alle armi tutti i ravennati, dato il palpabile e imminente pericolo fascista nella nostra città - aggiunge con ironia Stefano Donati, capogruppo di Lista per Ravenna nel consiglio territoriale di Ravenna centro - Ecco un buon esempio di chi sa percepire i bisogni reali della propria comunità".

Anche i capigruppo d'opposizione Alberto Ancarani (Forza Italia), Samantha Gardin (Lega Nord) e Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna) non sono d'accordo con la proposta del sindaco: "Cosa può interessare ai cittadini, in una città dove sono iperattive una Consulta provinciale antifascista e un'Associazione Nazionale dei Partigiani Italiani, che il sindaco istituisca sotto l’egida del Comune un Comitato antifascista? - commentano congiuntamente i tre consiglieri - Il sindaco si occupi piuttosto dei reali problemi della città, come il gravissimo stato del reparto di medicina generale dell'Ospedale di Ravenna, la salute e il rispetto degli anziani ospitati nelle case famiglia e degli animali domestici ospitati nelle strutture comunali, la continua sequela dei furti nelle abitazioni e nei negozi, lo stato vergognoso delle strade comunali, l'infinito cantiere del mercato coperto di Ravenna, la scarsa manutenzione del verde pubblico in città e nei lidi, il forese abbandonato a se stesso. Evidentemente la lezione del 4 marzo non è sufficiente perché il sindaco abbandoni l’astratta ideologia politica e si metta dalla parte della gente".

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