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Dal Pdl un "secco no allo Ius Soli"

Così il Pdl: "Il nostro gruppo consiliare dunque, ritenendo l'ordine del giorno inadeguato per una soluzione efficace del complesso problema dell'immigrazione esprimerà voto seccamente contrario".

Il Pdl si schiera contro ll’ordine del giorno a firma del capogruppo Cavicchioli che verrà presentato nel consiglio comunale di giovedì. "Troveremmo infatti estremamente grave e potenzialmente pericolosa l’eventuale scelta del legislatore di modificare una prassi consolidata in moltissimi paesi europei, peraltro con minori problemi di immigrazione rispetto al nostro, cambiando il principio dallo ius saniguinis allo ius soli per quanto riguarda l’attribuzione della cittadinanza ai figli di cittadini stranieri", affermano Nereo Foschini, Alberto Ancarani, Francesco Baldini e Maurizio Bucci.

"Un paese come il nostro, per la sua collocazione geografica così facilmente aggredibile dall’immigrazione ed in particolare quella clandestina infatti, non può certo permettersi quell’aumento di cittadini che lo ius soli inevitabilmente creerebbe - continuano gli esponenti del Pdl -. Inoltre, al netto di ogni ipocrisia, il nostro territorio ha anche recentemente toccato con mano il comportamento di cittadini stranieri qui residenti, spesso tutt’altro che desiderosi di integrarsi, i quali – non temiamo di sfidare il politically correct - con figli cittadini italiani potrebbero accampare ulteriori pretese sempre a nocumento di chi cittadino italiano lo è a pieno diritto e in piena ragionevolezza storica e sociale".

"La cittadinanza a nostro avviso deve essere un obiettivo di vera integrazione che arriva al termine di un percorso che può essere certamente rivisto ma non certo modificandone il principio cardine evidenziano Foschini, Bucci, Ancarani e Baldini -. A nostro avviso infatti la legge in vigore andrebbe aggiornata mantenendo saldo il principio dello ius sanguinis, ma rendendo di più facile realizzazione l’obiettivo della cittadinanza al termine dei 10 anni ad oggi necessari prevedendo al contempo che la volontà di integrazione e cittadinanza possa essere manifestata dal richiedente oltre ogni ragionevole dubbio. Andrebbero secondo noi infatti inserite prove per quanto riguarda la conoscenza della lingua italiana da un lato e la ricognizione sulla capacità di permanere nel nostro paese in base all’accettazione degli usi e delle leggi dall’altro. Il nostro gruppo consiliare dunque, ritenendo l’ordine del giorno inadeguato per una soluzione efficace del complesso problema dell’immigrazione esprimerà voto seccamente contrario".

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